(AGI) - Trieste, 13 gen. - Forti perplessita' vengono espresse da parte del Garante del Friuli Venezia Giulia per le persone a rischio di discriminazione, Walter Citti, sulla delibera della Giunta comunale di Trieste con la quale viene confermata la "decisione di mantenere distinte e separate le sedi per la celebrazione dei matrimoni civili, rispetto a quella messa a disposizione per la costituzione delle unioni civili". Citti, in una nota, ritiene infatti che la "decisione sia discriminatoria e illegittima, in quanto in palese violazione della clausola generale di equivalenza per cui alle unioni civili devono essere estese tutte le leggi e i provvedimenti amministrativi (e dunque anche quelli comunali) in materia di matrimonio". Secondo Citti "per adeguarsi alla norma di legge nazionale, il Comune di Trieste dovrebbe semplicemente estendere anche alla costituzione delle unioni civili le norme previste dall'apposito regolamento comunale per la celebrazione dei matrimoni civili e relative deliberazioni giuntali relative a sedi e tariffario". Citti si riferisce poi "a prassi e decisioni amministrative analoghe a quelle triestine, rispettivamente del Comune di Padova (Veneto) e di quello di Stezzano (Lombardia)" dove la giustizia amministrativa ha "recentemente riconosciuto la sostanziale parificazione della nozione di coniuge con quella di persone unita civilmente". Il Garante del Fvg esprime pertanto "amarezza per il perpetuarsi sull'argomento di provvedimenti da parte del Comune di Trieste che, oltre ad apparire sempre piu' palesemente illegittimi alla luce dei recenti pronunciamenti giurisprudenziali dei diversi Tar, sembrano veicolare un messaggio discriminatorio contrario al principio fondamentale di pari dignita' sociale delle persone a prescindere dal loro orientamento sessuale ". (AGI)
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