(AGI) - Trieste, 23 ago. - "Nel mio ruolo di presidente della Regione ritengo doveroso ascoltare con attenzione le istanze che mi vengono presentate dalla comunita' slovena in Friuli Venezia Giulia e fare del mio meglio affinche' gli sloveni in Italia abbiano una propria rappresentanza in Parlamento, cosi' come l'hanno sempre avuta". Lo ha dichiarato la presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, a margine dell'incontro, tenutosi oggi a Trieste con Walter Bandelj e Rudi Pavsic, i presidenti delle due maggiori organizzazioni slovene in Italia, ovvero la Confederazione delle organizzazioni slovene / Svet slovenskih organizacij (Sso) e l'Unione economica culturale e slovena / Slovenska kulturno-gospodarska zveza (Skgz). Alla riunione hanno preso parte anche l'assessore regionale alla Cultura, Gianni Torrenti, e la presidente del Comitato paritetico istituzionale per i problemi della minoranza slovena, Ksenija Dobrila. Gli esponenti della comunita' slovena hanno appunto espresso la loro preoccupazione, sostenendo che la nuova legge elettorale Italicum, riduca le possibilita' di elezione di un candidato di nazionalita' slovena al Parlamento. Questo aspetto - secondo Pavsic, Bandelj e Dobrila - contrasta con le disposizioni della legge di tutela per la minoranza slovena (38/2001). L'articolo 26 della norma, infatti, dispone che le leggi elettorali dettino disposizioni per favorire l'accesso alla rappresentanza di candidati appartenenti alla minoranza slovena. "L'articolo 4 dell'Italicum - ha precisato Serracchiani - stabilisce chiaramente che uno dei collegi plurinominali e' costituito in modo tale da favorire la rappresentanza dei candidati di espressione della minoranza linguistica slovena. Questa forma di garanzia non da' la certezza di elezione, ma bisogna rilevare che questa sicurezza non era espressa in nessuna legge elettorale". Torrenti ha ricordato che la presenza di esponenti politici sloveni a Roma e' sempre stata garantita dalla volonta' e dalla disponibilita' dei partiti a inserire nelle proprie liste un candidato sloveno e mai disposizioni di legge. La Regione - hanno poi aggiunto la presidente e l'assessore - non ha la possibilita' di incidere sugli strumenti gia' adottati dal Parlamento nazionale, evidenziando come le diverse disposizioni per il Trentino-Alto Adige derivino da accordi internazionali ben precisi e da contesti legislativi e demografici non comparabili con il Friuli. Tuttavia, durante l'incontro e' emersa la volonta' comune a rivedere il ruolo delle minoranze linguistiche in regione. "L'Amministrazione regionale comprende - ha spiegato Torrenti - questa esigenza visto il riassetto istituzionale in atto. Intendiamo lavorare a nuove modalita' che garantiscano sia la presenza numerica che qualitativa degli sloveni negli organismi istituzionali". (AGI)
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