(AGI) - Pescara, 25 mag. - I lavoratori del settore pubblico, che in Abruzzo sono diverse decine di migliaia, scenderanno in piazza domani mattina, a Pescara, davanti alla prefettura (piazza Italia, dalle 11 alle 13) per una manifestazione regionale promossa da Cgil, Cisl e Uil, finalizzata a chiedere, come e' gia' accaduto in altre regioni, il rinnovo dei contratti. Le motivazioni di questo appuntamento sono state illustrate oggi a Pescara dai rappresentanti dei sindacati che non hanno escluso altre manifestazioni, nel caso in cui l'obiettivo non dovesse essere raggiunto. La vertenza, ha sottolineato Vincenzo Traniello, segretario della Cisl Funzione Pubblica Abruzzo, "non riguarda solo il governo nazionale ma ci sono una serie di vertenze che come Cgil, Cisl e Uil, abbiamo attivato sul territorio, in primis nei confronti della Regione, sia per quanto riguarda la legge di riorganizzazione dell'ente Regione sia per il rinnovo del contratto di secondo livello che in questi anni e' stato taglieggiato tanto dalla giunta Chiodi quanto dalla giunta D'Alfonso. Non abbiamo ancora trovato soluzione alla implementazione del fondo per il salario accessorio dei dipendenti regionali", ha spiegato sempre Traniello ricordando che "in due anni chi lavora in Regione ha perso circa mille euro. Non e' piu' sostenibile, ha commentato, e la Regione deve dare risposte concrete". Il rappresentante della Cisl ha fatto riferimento anche alle Province, considerato che "al trasferimento di funzioni non corrisponde una erogazione dei servizi e alcuni dipendenti restano appesi perche' non sanno quale sara' la propria collocazione il che crea scompiglio, disagio e disaffezione, con un riverbero sulla erogazione dei servizi". Ha focalizzato l'attenzione sul rinnovo contrattuale Franco Migliarini, coordinatore regionale della Uil Pa, rimarcando che "manca da piu' di sette anni e abbiamo calcolato che ogni dipendente ha perso sui 4000 euro. E' quindi giunto il momento di sederci e rinnovare il contratto" e va anche "ripresa la contrattazione. Nel pubblico impiego, ha sottolineato, non si contratta piu' e i rappresentanti dei lavoratori non hanno piu' voce in capitolo. Dobbiamo riprenderci il ruolo che gli ultimi governi ci hanno tolto". Per Stefano Di Domizio, segretario generale della Cgil funzione pubblica di Pescara, il contratto "non e' piu' adeguato ne' sul piano economico ne' sul piano normativo perche' le norme sono cambiate e l'organizzazione del lavoro non sta piu' al passo con le necessita' organizzative degli uffici per poter fornire servizi adeguati ai cittadini. Chiediamo quindi, ha proseguito, che ci sia un adeguamento del livello salariale di 150 euro mensili di aumento medio per dipendente e un adeguamento sul piano normativo. Non dimentichiamo, poi, che nel 2010 la legge Brunetta ha sottratto la contrattazione relativa all'organizzazione del lavoro ai sindacati". A seguito del blocco del turn over per diversi anni, "gli uffici sono stravolti rispetto all'assetto precedente al 2010 per cui e' necessario che i lavoratori, che sanno meglio come funzionano i servizi, dicano la loro in sede di contrattazione per l'organizzazione degli uffici. Per questo, ha concluso Di Domizio, serve un nuovo contratto nazionale che vada a ribadire alcune dinamiche nelle relazioni sindacali, per un'organizzazione piu' efficace ed efficiente". (AGI)
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