Nei giorni scorsi i retroscena dei quotidiani avevano scritto di frizioni tra Matteo Renzi e Marco Minniti dopo le esternazioni di quest'ultimo sulla disponibilità a fare parte di un "governo del presidente". Parole che hanno riacceso le voci su un "partito di Gentiloni" interno al Pd, pronto a scavalcare il segretario nella trattativa su eventuali larghe intese. Anche per questo è stato importante per Renzi lanciare un segnale di unità e zittire i rumor mostrandosi a fianco di uno dei ministri Pd più popolari a "In mezz'ora in più", il programma televisivo condotto da Lucia Annunziata. Ecco i punti salienti del loro intervento.
Le dichiarazioni di Renzi...
"Le parole di Prodi? Ne sono contento"
Con la dichiarazione di voto per Insieme Romano Prodi ha detto che "c'è una sinistra radicale che ha fatto la scissione, ha rotto l'unità della sinistra e si candida rischiando di far vincere la destra" e ha usato "parole chiare sulla coalizione di centrosinistra. Non posso che esserne contento". "Non c'e' nessun elemento personale o di preoccupazione", ha aggiunto rispondendo a chi gli faceva notare che Prodi non lo ha mai nominato, "quel che abbiamo fatto non lo cancella nessuno. I risultati di questi anni non ce li porterà via nessuno".
"Nessun accordo con gli estremisti"
"La stabilità del Paese non vale l'accordo con gli estremisti" così come "non possiamo pensare di lasciare l'Italia, dopo tutti i sacrifici che abbiamo fatto, a degli estremisti". A proposito dell'ipotesi di un governo di coalizione dopo il voto il segretario del Partito democratico ha aggiunto: "Il Pd non può stare in uno schieramento di centrodestra dove il 'leghismo' fa da traino".
"Da Roberto De Luca un gesto di serietà"
Le dimissioni di Roberto De Luca, assessore al Comune di Salerno che a lasciato l'incarico dopo l'inchiesta di Fanpage, sono "un gesto personale fatto con grande serietà e rispetto. Spero che quereli Luigi Di Maio e spero che di Maio rinunci all'immunità. De Luca è stato molto serio, ha detto che in questa storia non c'entra niente ed ha lasciato".
"Sulla sicurezza abbiamo le carte in regola"
"Sul tema della sicurezza il Partito democratico ha le carte in regola". Renzi ha ricordato anche le misure che hanno "sbloccato il rinnovo dei contratti forze dell'ordine che quelli che ci fanno la morale in camicia verde hanno tenuto bloccati per anni".
"Non litigherò con Gentiloni per Palazzo Chigi"
"Il premier potenziale lo decide il Presidente della Repubblica. È chiaro che chi ha fatto il presidente del Consiglio come Paolo Gentiloni potrà giocarsi le sue carte per il futuro. Noi non litigheremo mai, anche perché a sinistra litigano già abbastanza".
... E quelle di Minniti
"Dopo Macerata tenere alta la guardia"
"Macerata ha subito due drammatici dolori: prima c'è stato l'omicidio di Pamela poi c'è stata una rappresaglia che evoca quello che facevano i fascisti e i nazisti perché l'humus culturale di Traini è nazista e fascista. Il tema è che in una grande democrazia dobbiamo tenere alta la guardia. Il Fascismo è stata la pagina più buia del nostro Paese, per questo dire che non torneremo più indietro è un'idea giustissima".
"Abbiamo dimostrato di saper gestire i flussi migratori"
"Un governo con all'interno Salvini è possibile? Con Salvini abbiamo radicale differenza di approccio su due questioni: il primo è il monopolio della forza in una democrazia che spetta solo alle forze di polizia; non c'è spazio per giustizieri individuali. Il secondo tema è quello dell'immigrazione: abbiamo tentato di far stare insieme la questione dell'umanità e quella della sicurezza. Lo abbiamo fatto lanciando una sfida internazionale dimostrando che noi siamo capaci di governare i flussi migratori. Stiamo riuscendo su una scommessa alla quale nessuno credeva".
"Influenze esterne sul voto? Nessun allarme"
A due settimane dalle elezioni, tiene banco la questione della sicurezza del voto e di eventuali rischi di attacchi hacker. "C'è massimo di attenzione da parte dell'Intelligence e della Polizia postale", assicura Minniti, "la questione è delicata perché i rischi sono quelli di accorgersene troppo tardi: noi cerchiamo di prevenire. Non c'è allarme nazionale ma c'è forte attenzione. Per questo c'è una direttiva che stabilisce che forze armate e Intelligence lavorino insieme. Se la Russia potrebbe interferire con la nostra politica? Il mio compito è lavorare per impedire qualsiasi intevento esterno".
"Ultimare la riforma carceraria è un atto dovuto"
Il 22 febbraio ci sarà l'ultimo Consiglio dei ministri nel quale, all'ordine del giorno, c'è l'approvazione dei decreti attuativi della riforma carceraria. Interrogato da Lucia Annunziata sul rischio di non far passare definitivamente la riforma che potrà essere utilizzata in campagna elettorale dalla destra, il ministro dell'Interno Marco Minniti è categorico: "Se non lo facessimo cancelleremmo anni di lavoro del Parlamento: è un atto dovuto". Minniti respinge con forza le accuse della destra di voler fare del 'favori' ai carcerati. "Affrontare il tema delle condizioni di detenzione e del rapporto tra la parte della pena che è di 'punizione' e quella che consente di riscattarsi rispetto alla punizione che si è avuta è un atto dovuto. Anzi, lo considero un elemento di civiltà' Nelle condizioni delle prigioni si riflette spesso la civiltà di un Paese, di una democrazia. Quindi, se c'è un provvedimento che attraverso un limpido e forte percorso parlamentare può intervenire sulle condizioni delle carceri, io lo considero dovere del governo portarlo a compimento. Lasciarlo in sospeso significherebbe perdere anni di lavoro".