Roma - Il fronte del No rompe il silenzio della vigilia elettorale e scatena le ire della campagna per il Sì. A meno di ventiquatro ore dall'apertura dei seggi per il referendum costituzionale di domenica 4 dicembre, sulla pagina Facebook del Comitato per il No è comparso un video con Anna Falcone, vicepresidente dello Comitato. "Una rottura del silenzio imposto alla vigilia del voto" dice Antonio Funiciello, presidente del Comitato nazionale Basta un Sì. "Mancando norme certe sul rispetto di tale silenzio sui nuovi mezzi di comunicazione - prosegue Funiciello - quel post rappresenta un segnale che indurrà anche tutti gli altri soggetti interessati a sentirsi liberi di proseguire sui social e sul web la campagna per il referendum di domani".
Il silenzio elettorale designa la pausa della campagna elettorale che si effettua il giorno prima e il giorno stesso delle elezioni e, come tutta la campagna elettorale, è disciplinato dalla legge 4 aprile 1956 n. 212, integrata da interventi successivi. Il silenzio elettorale, in particolare, è disciplinato dall'articolo 9, poi modificato dalla legge 130/1975.
Per effetto di questo articolo nel giorno precedente ed in quelli stabiliti per le elezioni sono vietati i comizi, le riunioni di propaganda elettorale diretta o indiretta, in luoghi pubblici o aperti al pubblico, la nuova affissione di stampati, giornali murali o altri e manifesti di propaganda (comma 1) e inoltre nei giorni destinati alla votazione è vietata ogni forma di propaganda elettorale entro il raggio di 200 metri dall'ingresso delle sezioni elettorali (comma 2).
L'articolo 9-bis vieta, nel giorno precedente e in quelli stabiliti per le elezioni, alle emittenti radiotelevisive private di diffondere propaganda elettorale. Non una parola però sul web, che resta terra senza regole.