Perché essere il Paese preferito dei migranti è una scelta di strategia politica
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Perché essere il Paese preferito dei migranti è una scelta di strategia politica

Perché essere il Paese preferito dei migranti è una scelta di strategia politica

 Migranti, sbarchi
 (Afp) -  Migranti, sbarchi
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“L’Italia ha un interesse strategico ad essere la meta preferita dei migranti”. Lo scrive Alessandro Orsini, direttore dell'Osservatorio sulla sicurezza internazionale dell’Università Luiss di Roma, che spiega su L’Espresso di questa settimana una situazione spesso riassunta in slogan nel dibattito politico ma in realtà “più complessa” di quanto ci riassumono i toni da campagna elettorale.

“Crollato il comunismo”, scrive Orsini, “E terminata la guerra freddaò l’Italia ha perso la sua importanza strategica” e di conseguenza agli occhi di tutti i Paesi occidentali. Non c’è più il comunismo, non abbiamo più armi nucleari americane, e non abbiamo più quella centralità che nel secondo dopoguerra ci ha garantito di diventare uno dei paesi più ricchi del mondo.

Oggi, grazie ai migranti, secondo Orsini, quella centralità sta tornando. Perché? “Dal momento che l’immigrazione è il problema del futuro, l’Italia torna ad essere centrale in Europa”. E questo va anche al di là dei media “che diffondono una sorta di fanatismo politico basato sulla convinzione che tutto venga deciso da Berlino”, dando agli italiani l’impressione che l’Italia è abbandonata dall’Europa. Per Orsini non è così. E le parole di Juncker che la scorsa settimana ha ringraziato l’Italia elogiandone il ruolo chiave e eroico nella crisi dei migranti, ne è un segno. Dopo Gheddafi, con cui grazie a Prodi e Berlusconi avevamo ottimi rapporti, abbiamo “sviluppato una strategia politicamente povera basata sul principio che occorre compiacere gli Usa”. Sempre e comunque. Per esempio, l’Italia ha speso 6,6 miliardi di euro per l’Afganistan.

I migranti quindi possono essere il centro di una precisa strategia politica. Che passa dal ruolo ‘voluto’ dall’Italia come quartier generale delle operazioni in mare, fino alla minaccia dei 200mila visti da rilasciare ai migranti per farli circolare liberamente in Europa. Al di là della politica, un preciso gioco di strategia. Per riacquisire peso a livello internazionale. E che l’Italia, per Orsini, sta giocando molto furbamente.

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