“Noi non abbiamo il dovere morale di accoglierli, ripetiamocelo. Ma abbiamo il dovere morale di aiutarli. E di aiutarli davvero a casa loro”: Il testo, postato sui canali social del Pd, è stato estratto dall’ultimo libro di Matteo Renzi ‘Avanti’, in uscita nei prossimi giorni. Postato e poi rimosso. Ma non abbastanza velocemente da evitare che i motori di ricerca lo rilanciassero e gli stessi social lo rendessero alla fine ancora vivo sulle bacheche. Sulla rete scondividere un post può rivelarsi un buco più grosso della toppa. Il caso è divampato. Cosa ha scritto veramente Renzi? Possibile che il segretario del Pd la pensi, e la dica, come un esponente di un partito di destra? Questo il senso di tanti elettori e ‘followers’ del Pd e del suo leader che per molti minuti si sono interrogati sui social nello sbigottimento generale. Ma è questo il reale pensiero del segretario, o il post è stato extrapolato, un po’ troppo liberamente, dal testo originale? Extrapolato e poi rimosso comunque dallo stesso Pd.
Ma cosa ha scritto davvero Renzi?
Sul sito del Pd è pubblicato un ampio passaggio del libro (lo stesso su Democratica, leggibile online). Queste le parole di Renzi, nero su bianco. Tre passaggi chiave:
- "L’immigrazione in questo momento si accompagna alla più grave crisi demografica mai vissuta dal nostro paese, con il 2016 che per la prima volta vede scendere il totale dei neonati in Italia sotto quota mezzo milione. Il problema non è combattere contro le norme sulla cittadinanza – il cosiddetto Ius soli temperato, che consente ai bambini nati in Italia che frequentino un ciclo di studi nella scuola italiana di ottenere la cittadinanza al termine di questo percorso e non al compimento dei diciott’anni".
- "Il punto però è che dobbiamo avere uno sguardo d’insieme uscendo dalla logica buonista e terzomondista per cui noi abbiamo il dovere di accogliere tutti quelli che stanno peggio di noi. Se qualcuno rischia di affogare in mare, è ovvio che noi abbiamo il dovere di salvarlo. Cominciando, nel contempo, a bloccare lo squallido business delle partenze e il racket che gestisce il flusso dei disperati che si accalcano su un gommone nelle notti libiche alla volta dell’Europa. Ma non possiamo accoglierli tutti noi. E aver accettato i due regolamenti di Dublino, come hanno fatto gli esecutivi italiani del 2003 e del 2013, è stato un errore clamoroso".
- "Vorrei che ci liberassimo da una sorta di senso di colpa. Noi non abbiamo il dovere morale di accogliere in Italia tutte le persone che stanno peggio. Se ciò avvenisse sarebbe un disastro etico, politico, sociale e alla fine anche economico. Noi non abbiamo il dovere morale di accoglierli, ripetiamocelo. Ma abbiamo il dovere morale di aiutarli. E di aiutarli davvero a casa loro".
. (leggi il servizio sulla vicenda fatto da Repubblica)
Sui social sbigottimento e ironia
Insomma, la frase c’è, ma in un contesto più ampio e articolato in cui il segretario dimostra apprezzamento per la linea dell’Italia in questi mesi difficili sul tema dell’immigrazione. Extrapolata e condivisa (e poi addirittura rimossa) una frase che è diventata in pochi minuti una tempesta mediatica. In mattinata il segretario era intervenuto sulla vicenda immigrati (leggi l'articolo del Corriere della Sera).
Diffidate delle imitazioni, mi raccomando. Anche l'altro si chiama Matteo. pic.twitter.com/EQcG3CoTmG
— Giuseppe Civati (@civati) 7 luglio 2017
No comment! Loro chiacchierano e se ne vergognano, noi non vediamo l'ora di farlo veramente!#andiamoagovernare #Salvini pic.twitter.com/bmfH01hi6t
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 7 luglio 2017
Il chiarimento su Facebook
Nel pomeriggio su Facebook il chiarimento del segretario: