Acque agitate nella maggioranza dopo l'elezione di Ieri a presidente della Commissione Affari Costituzionali di Salvatore Torrisi, senatore di Alleanza Popolare, suonata come uno schiaffo al Partito Democratico che aveva avanzato il nome di Pier Giorgio Pagliari e come un avvertimento al governo guidato da Paolo Gentiloni. Malgrado Angelino Alfano abbia subito chiesto al suo parlamentare di dimettersi, la situazione sembra seria e l'ombra della crisi politica inizia a profilarsi. al punto che anche Andrea Orlando, candidato alla segreteria Pd, ha parlato di "vicenda seria".
Alfano: "Se qualcuno nel Pd vuol far cadere il governo, lo dica"
"Le parole di oggi di Orfini sono surreali. Se qualcuno cerca pretesti per far cadere il governo e arrivare alle elezioni anticipate, come mi pare di capire dalle parole di Orfini, lo dica chiaro e si assuma la responsabilita'". Lo ha detto Angelino Alfano, presidente di Ap, nel corso di una conferenza stampa. "Non siamo nati ieri, abbiamo capito il giochino, non ci prestiamo". Comunque ha lanciato anche un ultimatum a Torrisi dicendo che "ha deciso di prendersi 24 ore per riflettere sulla mia richiesta" ma se deciderà di restare "la sua presenza in Ap sarà incompatibile".
Torrisi: "Mio interesse è far funzionare le istituzioni"
"Fino a quando svolgo questo ruolo lo faccio nell'interesse del funzionamento della commissione e, quindi, del Senato". Così Salvatore Torrisi lasciando la commissione Affari costituzionali del Senato di cui da ieri, e scatenando una bufera nella maggioranza, è presidente.
Circondato dai giornalisti che gli chiedevano come si regolerà, anche alla luce delle dichiarazioni di Angelino Alfano,Torrisi ha glissato:"
Vedremo, intanto facciamo funzionare la commissione e, quindi, le istituzioni, poi terremo conto dell'interesse del Parlamento, del Senato, del Paese". "Non c'è un problema personale", ha aggiunto, spiegando poi a chi gli chiedeva se si sentisse un presidente 'a tempo': "Fino a quando svolgo questo ruolo lo faccio nell'interesse della commissione".
Orlando: "Crisi? spero di no ma la vicenda è seria"
"Mi auguro vivamente di no" che l'Italia non sia alla vigilia di una crisi di Governo, ma "credo sia una vicenda seria, che va affrontata nel rapporto tra i gruppi parlamentari". Così il ministro della giustizia Andrea Orlando, il giorno dopo il voto in Senato e il caos che si è verificato nella maggioranza. "Eviterei di coinvolgere il Capo dello Stato in questa vicenda - ha aggiunto - perché al momento mi sembra si tratti di un chiarimento che si deve realizzare fra le forze politiche e che il Pd deve promuovere". Quanto accaduto ieri in Senato, dove sei franchi tiratori assieme alle opposizioni hanno ribaltato l'esito del voto deve essere valutato all'interno del Partito democratico, secondo Orlando.
Su eventuali responsabilità per quanto accaduto "non ho fatto alcuna inchiesta - ha ironizzato - ho letto sui giornali. L'unica via in questi casi credo sia il confronto tra gruppi parlamentari. Credo che i nostri capigruppo ora abbiano il compito di arrivare a un chiarimento e garantire che ci sia una corsia per realizzare la nuova legge elettorale, perché il punto più grave di questa vicenda è esattamente questo. Cioè non tanto che una presidenza va a quella o a questa forza politica, penso che di questo gli italiani se ne freghino abbastanza, la questione fondamentale è che se la Commissione diventa un luogo di conflitto e scontro diventa più complicato fare una legge elettorale della quale abbiamo assolutamente bisogno".
Rosato: "Chi sta in maggioranza abbia senso di responsabilità"
"Siamo molto preoccupati per il nostro Paese. Noi lavoriamo per il Paese. Il governo sta affrontando problemi seri, un pezzo di maggioranza ha votato con l'opposizione e questo è un fatto grave che non può essere dimenticato o cancellato con un colpo di spugna". Lo ha detto il capogruppo Pd alla Camera, Ettore Rosato, arrivando al Nazareno per l'incontro tra Matteo Renzi e i parlamentari Pd che sostengono la sua mozione. "Ci vuole senso di responsabilità di ciascuno e non si può stare in maggioranza solo nominalmente - ha aggiunto riferendosi a Mdp -. 'Non sappiamo se gli appartenenti al gruppo di Mdp abbiano votato contro. Il voto è segreto e deve rimanere tale, sappiamo però che da quando è nato Mdp un terzo delle votazioni in Parlamento sono state contro il governo e questi sono numeri inopinabili''.
Marcucci: "Nessuna intenzione di fare una crisi di governo"
Richetti: "Nella maggioranza c'è un problema, inutile negarlo"
"Quello che è rilevante non è quello che pensa il Pd ma il fatto che in quella votazione in una commissione importante in cui, fra l'altro, si discute di legge elettorale, si è composta una maggioranza bizzarra che vede insieme Grillo, Berlusconi, Salvini e forse Bersani. Se queste sono le premesse, per il Parlamento sarà un lavoro molto difficile". Lo ha detto il deputato Pd, Matteo Richetti, arrivando al Nazareno.
"Questa cosa non investe il Presidente della Repubblica, non mette a repentaglio il lavoro del governo, ma nessuno può affermare che non ci sia un problema nella maggioranza. Ma poi bisogna andare avanti. Le istituzioni sono una cosa seria, non si può pensare di interrompere il lavoro sulla legge elettorale e la manovra. Anche se quanto avvenuto è scorretto. L'importante è che nessuno dica più che è il Pd a non voler fare la legge elettorale", ha concluso Richetti.
Letta: "Si va verso la crisi? Non ho seguito"
Ieri è stata una giornata difficile in Senato, con la maggioranza nel caos sul voto per il presidente della Commissione Affari Costituzionali. Si va verso la crisi di governo? "Non ho seguito". L'ex premier Enrico Letta risponde cosi' sul rischio di una crisi, spiazzando i cronisti, a margine della sua visita al Salone del Mobile.
Renzi: "Non voglio sentire la parola crisi di governo"
"La discussione su un episodio grave e profondamente antipatico non può far tornare il linguaggio a quello della prima Repubblica. Noi la parola crisi di governo non la vogliamo sentire. I giochini di prima repubblica contro il Pd al senato non va confusa con l'azione di governo che va sostenuta", ha detto Matteo Renzi nel corso della riunione con i parlamentari Pd.