"Oggi siamo qui perché l'opposizione, invece di impegnarsi nel lavoro, chiede una verifica sul nulla. La nostra giunta è qui, attiva e politicamente stabile. L'opposizione è forse troppo impegnata nei giochi di palazzo invece che impegnarsi nei programmi. Questa convocazione è solo strumentale. Rassegnatevi perché questa maggioranza va avanti con forza". Virginia Raggi parte in attacco durante il Consiglio Straordinario sulla stabilità politica della giunta richiesto dal Pd per fare il punto sui primi turbolenti mesi della giunta pentastellata.
"Facciamo subito chiarezza", ha esordito la sindaca, "questa giunta ha cambiato tre assessori da quando si è insediata lo scorso luglio. Addirittura c'è chi in merito all'uscita dell'ex assessore al Bilancio ha detto che la giunta Raggi è dimezzata, un concetto matematico piuttosto azzardato visto che un assessore su nove non rappresenta certo il dimezzamento della giunta. E' un concetto facile da capire, ma di certo non possiamo parlare di matematica con chi, evidentemente sbagliando qualche calcolo, ha lasciato i conti della Capitale nello stato in cui li abbiamo trovati".
"Mi permetto di dire”, ha proseguito, “che è una affermazione politica ancora più azzardata se si confronta il dato con il numero di assessori con quello di altre amministrazioni. Facciamo qualche esempio: Matteo Renzi da presidente della provincia di Firenze. lui si ha sostituito metà dei suoi assessori, da sindaco è arrivato a nove con ben sei dimissioni. Avete mai letto qualcosa in merito? Ovviamente no. Proseguiamo, Michele Emiliano da sindaco di Bari ha cambiato otto assessori, Giuliano Pisapia a Milano ne ha sostituiti cinque, Luigi De Magistris dieci nei primi due anni per arrivare poi a ventitrè. E' evidente che questa convocazione è soltanto strumentale - ha concluso - nel tentativo, vano, di non mettere in evidenza i nostri risultati".
"La convocazione dell'Assemblea straordinaria fa riferimento ai 'recenti fatti giudiziari riportati dalla stampa'. Ho chiarito a chi di dovere con estrema tranquillità. Ovviamente di indagini in corso si può parlare soltanto davanti ai pm, ma questo l'opposizione, vista la grande esperienza in tema dovuta al coinvolgimento di qualche suo esponente, dovrebbe saperlo bene, proprio in questi giorni Salvatore Buzzi sta descrivendo ai giudici gli anni che hanno preceduto il nostro arrivo in Campidoglio. Dall'aula bunker di Rebibbia sta raccontando gli affari di Mafia Capitale, la compravendita di tessere di partito, gli scambi, gli accordi, i favori agli amici, le tangenti. Un racconto davvero sconfortante. Ecco, forse sarebbe stato meglio convocare un consiglio straordinario su questo tema. Ma si sa, a voi interessa più giocare con la tenuta delle Giunte magari facendo un passaggio dal notaio come per Marino".
L’accostamento non è piaciuto a Michela Di Biase, capogruppo del Pd in Assemblea Capitolina. "La diffido dall'accostare il mio nome e quello dei consiglieri del Pd seduti su questi scranni al nome di Buzzi altrimenti la querelo”, ha ribattuto, “noi non abbiamo chiesto le sue dimissioni quando le e' arrivato l'avviso di garanzia ma siamo costretti a chiederle per manifesta incapacità".