"Ho risposto in modo sbagliato a questa domanda" sulla fuga dei cervelli. Lo ha detto il ministro Giuliano Poletti nell'aula del Senato. "Mi sono scusato subito, scuse che confermo in questa Aula"
Poletti ha ricordato i vari eventi a cui partecipò il 19 dicembre, incontrando studenti, giovani in cerca di occupazione, lavoratori dei centri per l'impiego; quindi le domande dei giornalisti sulla 'fuga dei cervelli':
"Anche in ragione degli incontri svolti in quelle ore - ha sottolineato - dove avevo dialogato con tanti giovani che si stanno impegnando per realizzare le loro aspettative nel nostro paese, riportandone impressioni assai positive, ho risposto in modo sbagliato a questa domanda, contrapponendo lo sforzo e l'impegno di questi ragazzi che restano in Italia a quelli dei loro coetanei che scelgono un altro paese per costruire il loro futuro. Ho sostenuto che non è giusto affermare che quelli che lasciano il nostro paese sono i migliori e che, di conseguenza, quelli che restano hanno meno competenze e qualità degli altri. Ho aggiunto a questa opinione, che considero legittima e non offensiva, un inciso sbagliato e tale da ingenerare la convinzione di una mia 'insensibilita'' nei confronti di quei ragazzi che cercano una prospettiva lontano dall'Italia".
"Constatato il mio errore - ha proseguito - ho considerato mio dovere scusarmi subito per quella espressione anche perchè molto lontana dal mio pensiero, dalla mia storia personale e dal mio modo di agire. Scuse che confermo in questa aula parlamentare". Poletti ha quindi ricordato di aver detto anche che è un bene che i nostri giovani abbiano l'opportunità di andare in giro per l'Europa e per il mondo, ma bisogna anche offrire loro l'opportunità di esprimere qui "capacità, competenza, saper fare". "I giovani che vanno all'estero - ha affermato - sono una risorsa importante. A tutti dobbiamo dare l'opportunità di realizzare il loro futuro nel nostro paese o dove li portano i loro percorsi professionali e personali". Agenzia Vista/Alexander Jakhnagiev - Agi