Roma - Fare carriera non fa bene alla produttività parlamentare. E' quello che emerge dall'analisi dei dati del rapporto di Openpolis (scarica il PDF), osservatorio civico della politica italiana che si occupa di analizzare e rendere fruibili a tutti i dati pubblici.Essere molto presenti non basta ad avere un alto indice di produttività, si legge nel dossier, secondo cui l’elemento più influente è il ruolo o l’incarico dei singoli parlamentari. In sostanza, passare dall'essere semplice parlamentare a relatore o presidente di commissione o a ministro incide in maniera decisiva. Per inquadrare il contesto politico del parlamento italiano bisogna ricordare che è di iniziativa legislativa circa l’80% delle oltre 250 leggi approvate nell’attuale legislatura.
Da 'maggioranza-opposizione' a 'governo-opposizione'
La produzione legislativa è sempre più in mano all’esecutivo, con la dinamica classica “maggioranza-opposizione” che sempre più diventa “governo-opposizione”. Tutto ciò ha delle conseguenze dirette sul potenziale ruolo dei quasi 1.000 parlamentari. Se in linea di principio la loro produttività potrebbe esprimersi al meglio presentando e lavorando per far approvare disegni di legge, in realtà ormai quello che conta è essere nominati relatori dei provvedimenti proposti dal governo. Il relatore è, citando il sito del senato, «una sorta di regista politico del dibattito, che esprime il suo parere su tutti gli emendamenti presentati [...] In assemblea riferisce oralmente mediante la presentazione di una relazione sul testo approvato». Il relatore può essere sia di maggioranza, presentando anche la posizione del governo, sia di minoranza, a sostegno dei gruppi di opposizione.
I parlamentari leghisti sono i più produttivi
A chi viene affidato il ruolo di relatore
- Ruolo istituzionale
- presidenti di commissione
- vicepresidenti di commissione
- Ruolo politico
- capigruppo di aula
- capogruppo di commissione.
Queste quattro key position hanno una media di produttività di molto superiore al resto dell’aula. Per esempio un presidente di commissione alla camera ha una media di produttività che è quasi 2 volte e mezzo quella di un parlamentare semplice. Analizzare la produttività per ruoli permette anche di tornare su un punto fondamentale affrontato anche in passato: la difficoltà di portare
avanti il doppio incarico per i membri del parlamento che fanno anche parte del governo. Chi è ministro, vice ministro o sottosegretario e al contempo parlamentare tende ad avere un indice di produttività molto basso, ben sotto la media dell’aula.
I 14 presidenti di commissione hanno la produttività più alta, due volte superiore al resto dell’aula. L’altra evidenza che emerge dai dati è l’incapacità dei parlamentari che sono anche membri del governo di portare avanti il doppio incarico con successo. I deputati che si trovano in questa posizione ottengono un punteggio medio di produttività molto basso
A Palazzo Madama i 14 presidenti delle commissioni permanenti e i 10 capigruppo di aula hanno il punteggio medio più alto, seguiti a distanza dai capigruppo in commissione e i vice presidenti di commissione. I senatori che sono anche ministri, vice ministri o sottosegretari hanno un punteggio medio di produttività molto basso, segno della difficoltà di portare avanti contemporaneamente due incarichi così importanti. Il loro punteggio è persino inferiore a quello dei parlamentari “semplici”, cioè senza uno degli incarichi osservati in questo studio.