Roma - Il presidente del Senato, Pietro Grasso, ha invitato a stare vicini a Paolo Borrometi, il giornalista siciliano che vive sotto sotto scorta dopo essere stato minacciato dalla mafia. "Stasera la bella trasmissione di Rai Uno #CoseNostre racconterà la storia di questo giovane e coraggioso giornalista, a cui dobbiamo stare tutti vicino", ha scritto Grasso su Facebook. Il presidente del Senato ha rievocato la storia di Borrometi, collaboratore dell'Agi: "I suoi articoli hanno infastidito le famiglie del luogo, e sono iniziate minacce e aggressioni che gli hanno procurato una menomazione permanente alla spalla", ha ricordato, "quando ho saputo quello che gli stava succedendo, circa un anno e mezzo fa, l'ho chiamato al telefono. Paolo era, giustamente, molto preoccupato - del resto chi non lo sarebbe stato - ma non ha mai avuto alcuna intenzione di smettere di cercare e raccontare la verità, anche se ora è costretto a vivere sotto scorta".
Minacce al giornalista Borrometi, pentito conferma "pesanti intimidazioni"
Nelle sue inchieste, il giovane cronista ha parlato dei traffici milionari che ruotano attorno al mercato ortofrutticolo di Vittoria, del Comune di Scicli sciolto per mafia, del racket delle agenzie funebri. Attraverso i racconti di Borrometi si potrà conoscere anche Ragusa, la provincia italiana più a sud di Tunisi, la terra di Montalbano, una delle province con il reddito pro capite più alto della Sicilia, ma che, nonostante la sua ricchezza, è stata sempre considerata la provincia "babba", stupida, perché si diceva o faceva comodo dire, che quel territorio non potesse interessare alla mafia. E invece proprio nella zona di Ragusa, negli anni '80, è nata una nuova mafia, la stidda.