Roma - Resa dei conti nel Pd. E' quello che tutti si aspettano dalla riunione della direzione del partito, convocata oggi alle 17 e che avrà al centro la campagna referendaria e le eventuali modifiche all'Italicum. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi, a Milano per impegni di governo, non mostra particolare preoccupazione. E alla domanda di una giornalista dell'Agi se la giornata sia particolarmente 'delicata' in vista dell'appuntamento di partito, risponde: "E per chi? Per lei, forse".
Il premier e segretario dei dem ricorre alla metafora del salto con l'asta e del 'metodo Bubka' per descrivere il dibattito politico in corso. "Ogni mattina c'è qualcuno che usa questo metodo, come il saltatore con l'asta ucraino che tutte le volte che doveva saltare, alzava di un centimetro l'asticella - spiega -. C'è sempre qualcuno che fa a gara ad alzare l'asticella, è questo che accade nel dibattito politico italiano". Però, avverte Renzi, adesso siamo a un "bivio di fondo: ci crediamo o no nel futuro del paese".
Per essere ancora più esplicito Renzi, davanti alla platea degli industriali lombardi, chiede che si smetta di esser "la patria delle divisioni". L'Italia, dice, e' "un grande paese" che non deve "cadere nella cultura dell'odio". Un 'la' subito accolto con favore da Susanna Camusso, leader della Cgil, che interpreta le parole del presidente del Consiglio come una apertura distensiva nel rapporto tra governo e parti sociali: "Renzi ha detto cose utili e ha detto anche una cosa sicuramente nuova: che non bisogna fare politiche divisive. Sarebbe un interessante programma perché finora abbiamo avuto solo politiche divisive. Vediamo se questo rappresenta un cambiamento all'orizzonte".
Ma la giornata politica si dipana sul filo del referendum, dell'Italicum e della direzione del Pd. E' di ieri il botta e risposta tra la maggioranza guidata da Renzi e la minoranza a cui ha dato voce Pierluigi Bersani. Per l'ex segretario le promesse del premier di modificare l'Italicum sono solo "chiacchiere". Le diverse anime della maggioranza del partito hanno chiesto che oggi in direzione non si certifichi una divisione del partito.
Intanto il presidente dell'Anpi, Carlo Smuraglia, attacca l'iniziativa di molti sindaci Pd che intendono dar vita a una manifestazione a favore del Si il 27 ottobre a Roma: "Nella mia concezione il sindaco rappresenta tutti i cittadini. Certamente non perde il diritto di votare come gli pare, e anche di dirlo; ma trovo improprio che si organizzi una manifestazione dei sindaci per il 'Si''. Sarebbe stato lo stesso se fossero stati per il 'No', perche' una parte dei cittadini in quel momento non si sentirà rappresentata". (AGI)