Roma - "Intendiamoci. Il Pd rimane saldamente in testa, i suoi candidati stanno intorno al fatidico 40% in molte citta', siamo l'unico partito nazionale. Cinque Stelle che canta vittoria governa in appena 17 comuni (compresi espulsi, sospesi e disconosciuti) su ottomila, cui vanno aggiunti altre quattro municipalità ieri". Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, nella sua Enews rivendica il ruolo guida del suo partito in Italia.
"Come ai vecchi tempi, il giorno dopo le elezioni hanno vinto tutti. Tutti sorridono davanti alle telecamere per dire che loro si' che hanno trionfato, signora mia. Spiacente, io non sono fatto cosi'. E l'ho detto chiaro: non sono contento, avrei voluto di piu'. Non saro' mai un pollo di allevamento della politica che ripete le stesse frasi banali ogni scrutinio", scrive Renzi. "Possiamo e vogliamo fare meglio, lo faremo. Punto - aggiunge -. Può accadere di tutto, come in realtà è accaduto a questo primo giro". Poi sottolinea che le amministrative sono elezioni prettamente locali. "Che non sia un dato nazionale, del resto, si vede chiaramente dalla geografia: zone anche limitrofe vedono risultati molto diversi. E' ovvio. Gli italiani sanno votare, sono liberi, scelgono di volta in volta. Fanno zapping in cabina elettorale perche' non e' piu' tempo di indicazioni dall'alto dei partiti".
Il 16 giugno, a poche ore dai ballottaggi, in occasione della festa per la cancellazione dell'Imu, Renzi potrebbe usare la carta del taglio delle tasse. Ovvero indicare quale misura intende spendere nella legge di stabilita' a sostegno del ceto medio. L'obiettivo ai ballottaggi e' quello di recuperare quella percentuale di voti che permetterebbe al partito del Nazareno di imporre uno stop all'avanzata grillina. Portare l'Italia moderata a scegliere il candidato del Pd. Per il segretario dem il problema non e' tanto a sinistra, perche' - ha chiarito - oltre al Pd non c'e' spazio, "al massimo il voto va al Movimento 5 stelle". Non e' neanche una questione di 'sabotaggio' della minoranza dem alla quale potrebbe 'concedere' l'anticipo della presentazione della legge per l'elezione diretta dei senatori, legge che comunque andrebbe promulgata dopo il si' al referendum di ottobre. Si guardera', invece, soprattutto al centro e anche alle periferie, dove stando ai dati, si e' registrato maggiormente il voto di protesta nelle urne. Gli sforzi del Pd per i ballottaggi verranno spesi, dunque, per fronteggiare il voto-antisistema.
Si mira alla conquista di Milano (il timore e' che si possa saldare l'asse Lega-FI-Cinque stelle) e all'"impresa" di Roma e per conseguirla il premier e' convinto che soprattutto gli elettori di FI potranno votare Giachetti. "La partita e' tutta in salita", e' la premessa dei 'big' del Pd, ma si tentera' di convincere i delusi della sinistra e chi non e' andato a votare. Si tratta di un voto, ha chiarito comunque Renzi, sulle realta' locali che non ha alcuna valenza dal punto di vista nazionale e soprattutto nessuna correlazione con il referendum. L'operazione 'recupero' sara' giocata partendo dalle proposte per le citta', con il tentativo di 'sfilare' al Movimento 5 stelle una parte di chi ha voluto inviare un messaggio di protesta. "Si riparte da zero", ha spiegato Renzi, deluso soprattutto dal risultato di Napoli e con l'intento di varare una proposta in direzione che ne preveda il commissariamento. Si riparte con la consapevolezza che alcune alleanze - e si pensa ad Ala nel capoluogo campano e a Cosenza - non hanno funzionato e che l'Italicum non si tocca, il premio sara' alla lista e non alla coalizione.
"Ora si gioca il secondo tempo, e' il tempo delle scelte vere", dice Rosato. "Il dato nazionale ci porta intorno al 35% ed in molte realta' intorno al 40%. Quelli che oggi brindano credo che pecchino di superficialita'", rilancia Renzi, "non c'e' stata una debacle - ha spiegato il segretario dem - ma noi non siamo come gli altri, non diciamo che abbiamo vinto, non sono contento". Intanto dalla minoranza del Pd si ritorna a chiedere che ci sia un segretario al partito a tempo pieno. "Con Verdini non si vince, basta parlare di referendum", afferma Speranza. (AGI)