Roma - Ad un certo punto Luxuria nella foga bacia anche Brunetta, gli stringe la mano in Transatlantico. Poco prima aveva fatto il carico di selfie con i parlamentari Pd. L'emiciclo e' pieno di coccarde arcobaleno, fuori dall'Aula si fanno vedere esponenti del movimenti Lgbt, sfoggiano i colori delle loro bandiere. "Oggi - esultano - i deputati cattolici non ce ne sono...", mentre Buttiglione si affanna a difendere a spada tratta l'istituto della famiglia tradizionale e l'Ncd Pagano si sospende dal gruppo.
E' soprattutto il partito del Nazareno a rivendicare i meriti dell'ok alla fiducia sulle unioni civili. Sono stati 369 i si', 193 quelli contrari. Il via libera definitivo di Montecitorio e' arrivato con 372 voti a favore, 51 i contrari, con gli applausi scroscianti degli spettatori in tribuna e le proteste del Carroccio. La partita finisce cosi'. "Un risultato storico. Il referendum? Non ci riusciranno", afferma Maria Elena Boschi. "Abbiamo rotto un muro culturale, sono orgoglioso di questo Paese", rilancia Ettore Rosato. "E' un giorno di festa", dice soddisfatto Matteo Renzi. Non per il centrodestra che attacca il governo perche' anche Ala si e' aggiunta alla maggioranza e ora Brunetta chiede che il premier salga al Colle. Il capogruppo azzurro da a Renzi l'appuntamento sulle riforme: "Ormai sa - spiega - di aver perso. Contro di lui si sono schierati tutti, dalla Lega alla Cgil.
I sondaggi parlano chiaro: noi uniti vinciamo, questa e' una vittoria di Pirro". Ma alcuni deputati, tra cui Polverini, Lainati, Prestigiacomo, Palmizio, Elio Vito, Carfagna, Ravetto, Milanato e De Girolamo votano a favore del provvedimento. "Siamo un bel gruppo - dice De Girolamo -, tra di noi c'e' entusiasmo, e' stato giusto". Ma domani il centrodestra terra' una conferenza stampa "per presentare iniziative per l'indizione di un referendum abrogativo". "Oggi - attacca Massimo Gandolfini, presidente del Comitato Difendiamo i Nostri Figli, promotore del Family Day - e' stata uccisa la democrazia, si tratta di una svolta autoritaria. Bisogna fermare Renzi, faremo una battaglia sul referendum".
Di tutt'altro tenore i commenti del Pd. "Italia ora e' come gli altri Paesi, e' una battaglia giusta. Non penso ai voti". Ma l'intervento piu' sentito e' quello di Zan. "Ora gli omosessuali non sono piu' fantasmi ma cittadini a cui riconoscere i diritti", dice nell'Aula ricordando i momenti in cui non sapeva come dire ai genitori di essere gay. "Quella di oggi - esordisce tra le lacrime Zan nella sua dichiarazione di voto - e' una giornata storica... Non vi nascondo che in piu' di qualche occasione mi sono sentito offeso, nella mia dignita' di uomo, di persona omosessuale, e di membro di questa Camera, per le espressioni inqualificabili che ho sentito provenire da talune forze politiche". E poi l'attacco ai pentastellati: "Ci siamo fidati di M5S, ma abbiamo sbagliato perche' all'improvviso vi e' stato da parte loro un dietrofront. La strada per la piena uguaglianza non e' conclusa, anzi e' ancora lunga e l'impegno del partito democratico non si ferma qui. Ci aspettano molte altre sfide e battaglie importanti, abbiamo gia' avviato l'iter per una organica riforma delle adozioni".
"E' una legge attesa da 30 anni e che portera' felicita'", gioisce Cirinna'. Sulle barricate sia il Movimento 5 stelle ("Questa e' una legge Renzi-Alfano-Verdini", attacca Bonafede) che la Lega con Salvini che ha invitato i sindaci del Carroccio a disubbidire e a comportarsi come anticipato da Marchini. In piazza diverse associazioni da Arcigay a Gaycenter, da Arci lesbica al circolo Mario Mieli festeggiano. Prima in piazza Montecitorio poi davanti alla fontana di Trevi. "Sei bellissima", il grido d'esultanza per la Boschi mentre il presidente del Consiglio ringrazia i parlamentari dem. (AGI)