Torino - Pochi passi avanti e, secondo la Uil, addirittura un peggioramento causato dalla riforma Fornero: nel giornata mondiale della sicurezza sul lavoro si levano le voci di Antonio Boccuzzi e Carmelo Barbagallo per denunciare quello che ancora non è stato fatto. "Negli ultimi anni il numero degli infortuni mortali sul lavoro e' calato, si sono fatti significativi passi in avanti, ma c'e' ancora molto da fare, soprattutto nelle piccole e medie aziende" dice all'Agi Boccuzzi, ex operaio specializzato sopravvissuto nel 2007 al rogo della Thyssen di Torino, in cui persero la vita sette persone. "Da allora - spiega Boccuzzi - sono state varate numerose leggi, a partire dal Testo unico in materia di sicurezza sul lavoro del 2008. Ora la nuova sfida e' l'istituzione dell'Agenzia unica per le ispezione sul lavoro contenuta nel Jobs Act, che e' stata accompagnata da molte polemiche e preoccupazioni, alcune delle quali io stesso condivido. E' necessario pero' lavorare tutti insieme affinche' funzioni nel migliore dei modi".
Intanto, aspettando che il Governo vari un Testo unico sull'amianto, che raggruppi in un solo documento le centinaia di norme regionali e nazionali, Boccuzzi 'apre' agli incentivi destinati alle imprese per mettere in sicurezza gli ambienti di lavoro "ma le spese devono essere attentamente controllate, senza finanziamenti a pioggia". Un accenno anche all'Osservatorio sulle malattie professionali, istituito a Torino grazie all'impegno dell'ex pubblico ministero torinese, Raffaele Guariniello, e per il quale nei mesi scorsi si e' temuta la dismissione. "Sarebbe un grave errore - dice Boccuzzi - un passo indietro ingiustificabile. Anzi, e' opportuno esportare il modello in altre zone del Paese, comprese quelle dove oggi si muore d'amianto ma non si celebra nessun processo".
"Una delle cause degli incidenti sul lavoro e' l'avanzare dell'eta': questa e' un'altra delle ragioni per cui occorre rendere flessibile l'accesso alla pensione. Gli effetti della legge Fornero, peraltro, incidono negativamente anche sui lavori usuranti ed ecco perche', su questo aspetto, occorre intervenire con urgenza" sottolinea in una nota il leader della Uil, Barbagallo. "Qualcuno dice - aggiunge - che quel provvedimento ha salvato l'Italia: sara', ma di certo non ha salvato gli italiani e in particolare i lavoratori, i giovani e i pensionati. Hanno fatto cassa sulle loro spalle. Noi pensavamo che avessero sottratto a pensionati e pensionandi 80 miliardi sino al 2020, ma dalle dichiarazioni della Corte dei Conti ricaviamo che si tratta, addirittura, di 30 miliardi l'anno. Ora, - conclude - dicono che per introdurre la flessibilita' in uscita servirebbero dai 5 ai 7 miliardi: ne resterebbero ancora dai 23 ai 25. E comunque, che fine hanno fatto tutti questi soldi se, nel frattempo, spesa pubblica e debito pubblico aumentano?" (AGI)