Roma - Quando sono arrivati i 'big' di FI a palazzo Grazioli era tutto fatto. Ieri notte e poi questa mattina la trattativa su Marchini, con Berlusconi che ha chiesto a Bertolaso il passo indietro. I sondaggi sono chiari, per arrivare al ballottaggio dobbiamo impremere una svolta, la spiegazione fornita all'ex Capo della protezione civile che e' uscito di scena, abbandonato prima da Salvini e Meloni e poi da tutto lo stato maggiore azzurro. Il cambio di marcia, raccontano in FI, e' maturato dopo le gaffes di Bertolaso ma anche dopo le parole del leader leghista sulle aziende berlusconiane e i paletti posti dalla presidente Fdi. "Non e' vero che Renzi mi sta aiutando sulle mie aziende, la pubblicita' cala, i conti vanno male. Un attacco assurdo", si e' sfogato l'ex presidente del Consiglio.
Il Cavaliere, gia' sollecitato dal cosiddetto 'cerchio magico' e da Letta e Confalonieri, ha deciso cosi' di convergere sull'ingegnere romano. Ora ci giochiamo la partita, ha spiegato ai dirigenti di FI accorsi a palazzo Grazioli. E anche nel partito pro-Meloni, capitanato da Toti e Romani, molti hanno convenuto: Marchini come il male minore. Perche' alcuni azzurri, a partire da Matteoli e Romani, sono stati sempre contrari alla 'foto di Bologna' con l'intenzione di ricostruire il centrodestra, "e non - spiega un esponente di FI - la destra-centro". Ma la delusione per la decisione di non ricompattare la coalizione c'e' cosi' come il timore che la direzione impressa possa essere accolta male, "speriamo che i cittadini capiscano", dice del resto il governatore della Liguria.
Per contrastare ora la Meloni la carta come capolista e' Alessandra Mussolini. In FI, inoltre, si riapre il confronto sulla linea da tenere nei confronti del governo. Nessun ritorno al Nazareno ma e' chiaro, e lo spiegano anche i vertici azzurri, che con Marchini in campo "le opzioni aumentano". Anche quella di un ritorno al dialogo con il Pd di Renzi. Un ritorno al centro del ring, quello del Cavaliere, con l'intenzione di dialogare con tutti. "Marchini - ha messo nero su bianco l'ex premier - era la nostra prima opzione. Non possimao permettere che i romani si trovino a scegliere tra la continuita' della disastrosa gestione del Pd e l'avventurismo irresponsabile dei Cinque stelle". L'augurio e' che tutto il centro-destra - osserva il Cavaliere - possa riprendere un cammino comune". Perche' ora si addensano le nubi anche sull'alleanza a Milano e sul resto del territorio mentre Ncd, Scelta civica e anche i verdiniani esultano, convinti che si possa intraprendere un percorso nuovo. A vincere in FI e' stata l'ala guidata da Tajani che per settimane ha ripetuto all'ex premier la necessita' di non prestare il fianco al fronte lepinista.
Ma a giocare un ruolo decisivo e' stato anche il deterioramento dei rapporti personali tra Berlusconi e gli altri leader. Viene riferito da fonti azzurre che il Cavaliere invito', invano, Salvini a vedere insieme Milan-Carpi. E neanche i ripetuti colloqui avuti con la Meloni hanno poi convinto del tutto l'ex presidente del Consiglio ad abbandonare la pista-Bertolaso. L'ex Capo della Protezione civile da sempre ha mantenuto i contatti con Marchini, non fara' il suo city manager ne' il vice dell'ingenere romano, ne' tantomeno scendera' in politica. Anzi ai suoi interlocutori ha raccontato di aver deciso autonomamente, per far capire di non essere attaccato alla poltrona ma solo al bene di Roma. Di essersi tolto un peso. Meglio cosi', si e' sfogato, ora vedremo se il problema ero io. (AGI)