(AGI) - Roma, 8 mar. - Trionfo di mimose al portone d'ingresso, cambio della guardia in rosa con tre Lanceri di Montebello donna in alta uniforme: il Quirinale si veste a festa per celebrare le donne, "struttura portante dell'Italia". Ma la lettura che emerge dalle parole di Sergio Mattarella e' in bianco e nero. Perche' nonostante tutto "la violenza sulle donne e' ancora una piaga della nostra societa'". Il Capo dello Stato chiama al Quirinale nella tradizionale cerimonia, donne della politica e dello spettacolo, madri della Repubblica come Marisa Rodano, Maria Romana De Gasperi e Lidia Menapace ma anche giovanissime studentesse. Tutte in festa, tutte a cerchio intorno al presidente per farsi un selfie con lui, ma anche consapevoli che la strada da fare e' molta e le conquiste vanno difese. Il Presidente Mattarella ricorda che si celebrano quest'anno i settanta anni della Repubblica, che coincidono con i settant'anni del voto alle donne. "Il pieno riconoscimento dei diritti politici delle donne costituisce elemento fondativo della nostra Repubblica" afferma il Capo dello Stato, che ricorda il ruolo delle donne nel movimento di Liberazione, nella stesura della Carta costituzionale e di tutta la vita della Repubblica. Davanti a lui cinque protagoniste di molte conquiste, Marisa Cinciari Rodano, Maria Romana De Gasperi, Elena Marinucci, Lidia Menapace, Beatrice Rangoni Machiavelli. E nel ricordare la grande partecipazione al voto delle donne nel referendum del 2 giugno 1946, Mattarella sottolinea che "l'astensionismo e' una ferita che nessuno puo' permettersi di trascurare: la partecipazione politica dei cittadini oggi si e' ridotta, e purtroppo questo avviene di piu' tra le donne". E' dunque "compito della politica riguadagnare la fiducia dei cittadini" perche' "il potere non si legittima da se stesso, ma dal servizio che rende alla comunita'". Ma oltre ai diritti politici esistono quelli sociali. E la piena partecipazione delle donne a questi "ha cambiato in meglio il nostro Paese". Restano ancora tanti "ostacoli concreti" da abbattere, per cui l'8 marzo non e' solo un giorno di festa ma anche "di impegno". Il livello di istruzione femminile si e' alzato ma "dobbiamo consolidare e rafforzare questo risultato" aiutando chi non ha le stesse possibilita' economiche. E nel mondo del lavoro, se la presenza femminile e' aumentata, c'e' ancora uno scarto di venti punti percentuali rispetto ai colleghi uomini, mentre "senza un aumento del lavoro femminile, il Paese non avra' la crescita che tutti noi speriamo e non potremo parlare davvero di uscita piena dalla crisi". Tra l'altro la presenza delle donne al lavoro, statisticamente, aumenta i livelli di crescita demografica e servono dunque "politiche per la famiglia". Molti passi avanti sono stati fatti, dunque, ma "guai a dimenticarsi di chi resta indietro o viene escluso. Non e' vera liberta' piena quando una conquista e' pagata con l'esclusione di altri. Non e' liberta' - afferma Mattarella - se, a parita' di mansioni, il salario della lavoratrice e' inferiore a quello di un lavoratore". Ma soprattutto la violenza sulle donne, tuona il capo dello Stato, "e' ancora una piaga nella nostra societa', che si ritiene moderna, e va contrastata con tutte le energie di cui disponiamo e con la severita' di cui siamo capaci, senza mai cedere all'egoismo dell'indifferenza. Di fronte a tutti questi temi, il forte aumento della responsabilita' femminile nelle assemblee parlamentari e nei luoghi della rappresentanza e' importante e incoraggiante". E in platea, sedute accanto ai presidenti di Camera e Senato Laura Boldrini e Pietro Grasso, ci sono molte ministre: Stefania Giannini, Roberta Pinotti, Beatrice Lorenzin, Marianna Madia, Maria Elena Boschi. "La parita' tra uomini e donne non puo' piu' essere una conquista, ma deve diventare nelle nostre coscienze una nuova responsabilita' individuale e collettiva" afferma la titolare dell'Istruzione. A fine cerimonia Mattarella riceve le sue ospiti nel salone delle feste, affollato di donne che si sono distinte nella loro vita, dal presidente della Rai Monica Maggioni al direttore di Skytg24 Sarah Varetto, dall'ex ministro Paola Severino alle attrici Stefania Sandrelli, Monica Guerritore e Nancy Brilli. Tutte insieme con una consapevolezza, affermata da Maria Elena Boschi: "la strada per la piena parita' tra uomini e donne e' ancora lunga ma per fortuna sappiamo che siamo in marcia". (AGI)
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