Roma - Resta alta la tensione sulle unioni civili. E sul ddl Cirinna' ora incombe anche un ricorso alla Consulta. Che prende di mira anche il presidente del Senato, Pietro Grasso, il quale non ci sta a farsi mettere sul banco degli imputati: la seconda carica dello Stato giudica tali iniziative come "espedienti da Azzeccagarbugli", liquidandole come una "pessima 'Idea'", dice riferendosi al nome del movimento creato da Gaetano Quagliariello. E mentre i grillini ribadiscono che voteranno il provvedimento "cosi' com'e'" - ma si registra un'apertura sugli emendamenti Lumia - rifiutando ogni ipotesi di stralcio delle adozioni gay, nel Pd i cattodem tornano alla carica e rilanciano la proposta di trattare il tema della stepchild adoption in una legge ad hoc sulle adozioni. A riportare sotto i riflettori la questione delle adozioni omosessuali e' il Pd Giorgio Tonini. Una presa di posizione che non e' piaciuta affatto al grosso del partito e che ha costretto i vertici del Nazareno ad uscire allo scoperto mettendo subito in chiaro che l'articolo 5 non si tocca. E' la vice segretaria Deborah Seracchiani a chiarire: "Si possono apportare miglioramenti - spiega - ma appare decisamente inopportuno lavorare con le forbici su un testo di legge che nel suo complesso ha un'intrinseca coerenza". Anche il 'padre' degli emendamenti salva costituzionalita' del ddl, Lumia, interviene per sottolineare che va bene il confronto, "ma non ci sara' nessuno stralcio di alcuna parte". Per i cattodem, invece, "le mediazioni sono ancora possibili", sostiene Rosa Maria Di Giorgi, che fa un intervento abbastanza duro in Aula, puntando il dito su come e' stato gestito il ddl in commissione.
Le uscite a gamba tesa dei cattolici del Pd suscitano la forte reazione dei 'Giovani turchi' - tra cui Verducci ed Esposito - che, in una nota congiunta, ricordano di aver gia' accettato un compromesso in nome dell'unita'. Dunque, "ogni ulteriore arretramento sarebbe un inaccettabile regresso". I senatori della maggioranza Pd ricordano inoltre che il gruppo dem si e' espresso con un voto unanime, che "ci auguriamo costituisca un impegno forte per tutti". Insomma, per la maggioranza dem va bene che Area popolare faccia la sua partita (oggi Alfano ripete che un voto congiunto di Pd e M5S causerebbe "sicuramente dei traumi") ma lo 'sgambetto' - viene spiegato - non e' accettabile se arriva dall'interno del partito. Intanto al Senato si apre un nuovo fronte sulle unioni civili, che coinvolge anche il presidente Grasso. Gaetano Quagliariello, leader di 'Idea', e Carlo Giovanardi guidano la battaglia di 40 senatori, tutti di area centrista (ci sono esponenti di FI, i Ap e di PI), contro il ddl Cirinna' presentando un ricorso alla Consulta per "violazione delle essenziali funzioni e prerogative proprie di ciascun parlamentare". Il nodo del contendere e' che il ddl non ha terminato il suo iter in commissione e, quindi, e' stata violata la Costituzione, nell'articolo 72. Dunque, sono stati "lesi i diritti dei parlamentari", atteggiamento - secondo i 40 senatori - messo in atto con l'avallo di Grasso. In serata arriva la replica del presidente del Senato, che ricorda i tanti passaggi parlamentari del ddl sulle unioni civili e le diverse votazioni dell'Aula, sovrana, che ha bocciato ogni richiesta di modifica del calendario. Per Grasso, quindi, "il tentativo di bloccare un'ampia discussione, che sta consentendo a tutti di entrare nel merito dei temi, e che portera' all'attenzione dell'Aula centinaia se non migliaia di emendamenti con un espediente da azzeccagarbugli, e' una pessima 'Idea'". (AGI)
(4 febbraio 2016)