Roma - Italia e Unione europea nuovamente ai ferri corti sul tema delle spese per il soccorso agli immigrati. Roma, ha detto il premier Renzi, è pronta anche ad affrontare le conseguenze di una procedura di infrazione se non sarà accolta la richiesta di più flessibilità: "Facciano pure - ha detto il capo del governo attaccando i "professionisti dello zero virgola" - noi faremo ogni sforzo per salvare vite umane nel Mediterraneo". La scintilla è scoccata a fine mattina quando la Commissione europea ha annunciato di non aver ancora preso una decisione sulla domanda italiana di flessibilità nel calcolo dei deficit e debito per le spese sostenute. Una valutazione arriverà "entro la primavera", ha detto la portavoce per gli Affari economici di Bruxelles specificando "che si valuterà caso per caso ed ex-post", cioè quando si saprà quanto l'Italia ha dovuto impegnarsi in termini economici per far fronte alla crisi. La Commissione ha invece confermato che gli eventuali contributi degli Stati al fondo da tre miliardi di euro per la gestione dei migranti in Turchia non saranno inseriti nel calcolo del deficit e del debito nazionali. Decisioni che il presidente del Consiglio ha bollato come "provocazioni".
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Dall'Africa, dove si trova per un viaggio di Stato in Nigeria, Ghana e Senagal, il premier ha ribadito la linea italiana: "Pensiamo che i migranti siano tutti uguali. Non è possibile - ha spiegato - considerare le vite da salvare nel Mar Egeo diverse da quelle da salvare nel Mar Tirreno. Il fatto che le spese per salvare i bambini che navigano dalla Turchia alla Grecia siano fuori dal Patto di Stabilità è finalmente un fatto positivo. Pensare di considerare in modo diverso le spese per salvare i bambini eritrei che arrivano in Sicilia mi sembra assurdo e illogico. Solo una perversione burocratica può fare distinzioni tra le vite da salvare". Renzi ha pure assicurato che Roma non cambierà la sua condotta per il soccorso delle persone in difficoltà e ha lanciato una sfida all'Europa: "Continueremo a essere uomini, nonostante i professionisti della polemica provino a rilanciare ancora, da Bruxelles, con una distinzione che nessuna persona può cogliere tra vite da salvare, come se ci fossero vite di serie A e di serie B. Non cadiamo nelle provocazioni. A questo punto noi daremo il nostro contributo alla Turchia per salvare esseri umani. E faremo ogni sforzo per salvare vite umane nel Mediterraneo: abbiamo salvato migliaia di vite mentre l'Europa si girava dall'altra parte. Continueremo a farlo, perchè prima del Patto di Stabilità c'è un patto di umanità. Che noi non rinnegheremo mai. Se poi vogliono aprire una procedura contro l'Italia, facciano pure: noi andiamo avanti. Per noi Europa significa valori e ideali, non polemiche da professionisti dello zero virgola".
Anche nella enews Renzi è tornato sulla polemica con l'Unione europea della scorsa settimana. "L'Italia per anni aveva un debito morale con le istituzioni europee - e io dico soprattutto con i propri concittadini - perchè parlava di riforme che non riusciva a realizzare. Adesso - sottolinea il premier - le cose sono cambiate. Le riforme sono leggi e dopo tre anni di recessione è tornato il segno più nei fondamentali economici. Possiamo tornare a fare il nostro mestiere, dunque. E il nostro mestiere è guidare l'Europa, non andare in qualche palazzo di Bruxelles a prendere ordini". (AGI)