Roma - Il centrodestra presenta i comitati per il no al referendum, ma affiorano anche i dubbi sulla possibilita' di spuntarla ad ottobre. "Sono ottimista, nei sondaggi, contando i voti di FI, Lega, Fdi, Movimento 5 stelle e sinistra italiana il no sta al 70%", ha detto questa mattina Brunetta, ma altri esponenti azzurri rimarcano come il messaggio del premier, con la riduzione dei parlamentari e la semplificazione dei processi parlamentari, rischia di essere vincente. In ogni caso gli oppositori al ddl Boschi affilano le armi, anche perche' il presidente del Consiglio oggi ha ribadito che se in caso di sconfitta trarra' "le conseguenze". Renzi ha incassato il si' alla "madre di tutte le riforme" ma al di la' dell'esito dell'Aula di palazzo Madama - la maggioranza si e' fermata sotto 161 (180 i si' e 112 i voti contro anche se da Ala si sottolinea come i numeri dei verdiniani siano stati determinanti) - la battaglia si combattera' fuori dal Parlamento. Nei prossimi giorni il Pd formera' i comitati per il si', con l'allargamento anche alle altre forze di maggioranza. "Andiamo a vedere da che parte sta il popolo su questa riforma, se i cittadini la pensano come coloro che urlano per il fallimento o per chi scommette sul futuro dell'Italia. Sono gli italiani il nostro punto di riferimento", ha spiegato il presidente del Consiglio. Ed ancora: "Sono gli italiani che chiameremo in Aula, li chiameremo ai seggi, andremo casa per casa. Chi ci accusa oggi di plebiscito e' lo stesso che ci accusava di autoreferenzialita', mosso da un risentimento personale e politico e non da un giudizio sulla realta'". L'obiettivo dei dem e' quello di coinvolgere imprenditori, esponenti di primo piano della societa' civile. Renzi scommette tutto sulla vittoria: "Ripeto - ha sottolineato nel suo intervento a palazzo Madama - che se dovessimo perdere ilreferendum considererei conclusa la mia esperienza perche'credo nella dignita' della cosa pubblica. Prendo qui un impegno esplicito". (AGI)
(20 gennaio 2016)