Orrore nel Mar dei Caraibi, dove cinque immigrati clandestini sono sopravvissuti per 15 giorni ad un naufragio mangiando le carni dei compagni di viaggio proprio come si salvarono i superstiti del disastro aereo poi raccontato dal film 'Alive'. Ne ha dato notizia il tabloid inglese "The Sun". L'unica donna superstite e' morta dopo il ricovero in ospedale, dove si trovano i quatto uomini scampati alla sciagura. Il gruppo, composto da 33 persone, era partito il mese scorso dalla Repubblica Domenicana per raggiungere Porto Rico, a bordo di imbarcazioni di fortuna, come fanno ogni anno centinaia di migranti. Dopo il naufragio, i passeggeri hanno cominciato a morire, stroncati dalla sete e dalla fame. Alcuni dei cadaveri sono stati buttati in mare, ma i cinque rimasti a bordo, allo stremo delle forze, si sono trovati davanti ad una orribile scelta: morire o diventare cannibali.
I superstiti sono stati individuati dai soccorritori al largo di Turks e Caicos, l'arcipelago corallino dell'Oceano Atlantico e sono ricoverati in ospedale sull'isola di Providenciales. Hanno raccontato che il comandante dell'imbarcazione li aveva abbandonati, ma non e' chiaro come l'uomo abbia fatto a mettersi in salvo. Il ministro del Turismo domenicano, Javier Garcia, ha riferito che "sono disidradati e hanno le gambe gonfie". "Alive-Sopravvissuti", il film diretto da Frank Marshall, racconta la storia di una squadra uruguagia di rugby che, il 13 ottobre del 1972 si trovava in volo sul Kokker Fairchild FH-227D, si schianto' sulla cordigliera delle Ande, nel tentativo di raggiungere il Cile.
Novembre 2008