Con l'addio al potere di Fidel Castro e l'insediamento del fratello minore Raul si chiude un'era e il bilancio dei quasi 50 anni di governo diventa inevitabile. Nel 2003 il lider maximo traccio' una sorta di "testamento politico e umano" in un lungo colloquio col direttore di "Le Monde diplomatique" Ignacio Ramonet. Ne nacque un libro - "Autobiografia a due voci" (Mondadori 2007) - in cui l'ex capo di Stato, uscito dalla scena politica gia' nell'estate del 2006 dopo un intervento chirurgico all'intestino, si cala nei panni di "avvocato della Rivoluzione" ed elenca successi e risultati di un "modello" unico al mondo che, a suo giudizio, rimarra' alla storia come "esempio di coerenza".
"Cuba - sostiene - e' stato il primo territorio liberato dall'imperialismo in America latina e nei Caraibi, e l'unico Paese di questo emisfero in cui, nel corso della storia post-coloniale, torturatori, assassini e criminali di guerra, colpevoli di aver tolto la vita a migliaia di persone, sono stati giudicati e condannati in maniera esemplare. Ha recuperato e assegnato integralmente la terra ai contadini e ai lavoratori agricoli. Le risorse naturali, le industrie e i servizi fondamentali sono stati consegnati nelle mani dell'unico vero padrone: la nazione cubana". Oltre a rammentare i successi della resistenza militare ("Combattemmo la battaglia con onore, senza concessioni di sorta, correndo il rischio di essere bombardata con decine di testate nucleari, nel 1962"), Fidel poi elenca tutti i buoni risultati ottenuti dal suo governo in materia di scolarizzazione e sanita'.
"Pur essendo vittima di un embargo rigoroso e di una guerra economica durati quasi mezzo secolo, Cuba e' stata in grado di sradicare in un solo anno l'analfabetismo [...] offrendo un'istruzione gratuita al cento per cento dei bambini. E' oggi il paese ha l'indice piu' elevato di non abbandono scolastico" del Continente, "ha il piu' alto numero di maestri pro capite al mondo ed e' al primo posto per numero di alunni per classe". La mortalita' infantile - continua -si e' "ridotta dal sessanta per mille dei nati vivi a una percentuale che oscilla tra il sei e il sei e mezzo, la piu' bassa del nostro emisfero", mentre "la speranza di vita e' aumentata di quindici anni". Secondo Fidel, grazie alla "profonda rivoluzione" in atto "per avvicinare i servizi sanitari alla popolazione, allo scopo di facilitarne l'accesso ai centri di assistenza" [...] i cubani disporranno del "miglior servizio sanitario del mondo, di cui continueranno a usufruire in modo totalmente gratuito".
Castro elogia anche i media cubani, ignorando le accuse di scarsa trasparenza e liberta' di informazione: "La nostra televisione, la radio e la stampa non prevedono forme di pubblicita' commerciale [...] i nostri mezzi di diffusione di massa educano, non avvelenano ne' alienano. Non si venerano ne' si esaltano i valori delle corrotte societa' consumistiche". Infine, il lider maximo ha parole di elogio per lo "spirito internazionale" dimostrato da Cuba, che negli anni aiuto', con armi e combattenti, Algeria, Siria, Repubblica democratica del Congo e il Vietnam. "Cuba ha sempre predicato con l'esempio e non ha mai vacillato", osserva, "ne' venduto la causa di un altro popolo, fatto concessioni o tradito i propri principi".
Febbraio 2008