(AGI) - Roma, 1 feb. - (di Rita Lofano) - Non c’e’ piu’ un simbolo dell’eleganza al maschile: l’unico uomo veramente elegante e’ Luca Cordero di Montezemolo. Decisamente fuori luogo, invece, l’uso eccessivo del maglione dell’amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne. Parola di Osvaldo Testa, grande mestro di stile che ha vestito, tra gli altri, Luchino Visconti, e che vuole rilanciare la moda maschile, un po’ trascurata negli ultimi anni, proprio per la mancanza di punti di riferimento.
Insomma lo stile Marchionne che si e’ presentato sempre in maglione alla presentazione della nuova Bravo e’ proprio out?
Lo stile Marchionne e’ il nuovo stile della Fiat. Loro hanno americanizzato un po’ tutto ma il maglione sta bene ai giovani dalle spalle larghe e soprattutto senza pancia. Se la giacca dona sempre, lo stesso non si puo’ certo dire del maglione, soprattutto dopo i 40 anni.
L’eleganza maschile insomma e’ solo quella classica?
Apprezzo anche l’eleganza disinvolta dei giovani, come mio figlio, con pantaloni casual, camicia, da nero a grigia ma anche bianca (che resta un classico da indossare in tutte le occasioni) con sopra una una giacca che puo’ essere anche un pezzo di un vestito. L’eleganza deve essere anche funzionale. La giacca resta comunque l’indumento simbolo dell’eleganza, esiste da fine ottocento e ha sempre mantenuto una sua specifica identita’ cosa che non vale per il giubbotto. E io non sono per le giacche inchiodate, con gli spalloni. L’ho inventata io la giacca destrutturata e il mio allievo Armani se la e’ poi acchiappata. La giacca deve essere destrutturata e vicina al corpo ma deve essere fondata su un concetto architettonico: il rettangolo aureo dei templi va considerato lasciando poi tutte le morbidezze.
Si e’ appena chiuso il sipario sulle sfilate capitoli di alta moda che hanno dedicato uno spazio anche all’uomo al quale lei ha partecipato. Come le e’ sembrata questa esperienza?
La moda maschile ha ancora molto da dire. Mi sembra che la moda femminile sia portata ad essere quasi solo esibitiva e molto staccata dalla realtà. Per questo, forse, molte aziende sono tornate al classico. Al bando il pantalone basso in vita e le scarpe basse che accorciano le gambe e appesantiscono il sedere, questo imbruttimento e’ svilente. C’e’ un indice di gradevolezza che va mantenuto: esiste l’ordine di beccata, la donna deve sedurre altrimenti la specie si esaurisce e il vestire fa la differenza. Bisogna fare abiti che abbiano rispetto dell’ordine di beccata, lo straccetto resta lo straccetto. La molla che ha invertito l’ordine e’ il fatto che gli stilisti sono spesso omosessuali.
E lo spazio che la kermesse ha dedicato all’uomo?
L’esperienza con Alta Roma debbo dire che e’ stata molto positiva. Il sito era a dir poco fantastico con queste enormi statue liberty molto suggestive. Si adattavano bene ai vestiti, meglio dei defile’, perche’ spesso gli abiti portati diminuiscono di forza, la staticita’ dona. L’esperienza e’ stata gradevole anche per la risposta. Le mie erano previsioni di campionario, squarci creativi che saranno riportati in una produzione di vendita. Lo rifarei. Per come e’ stata concepita ho potuto presentare solo sei abiti ai quali so sono aggiunti quelli indossati da mio figlio e dai suoi amici. Ma e’ un’esperienza che sono disposto a ripetere.
Lei ha anche dei testimonial inconsapevoli di spicco?
Abbiamo un grande carnet di clienti anche famosi: Mirabella, Cocuzza, Arbore e molti altri. Abbiamo piu’ di cinquemila clienti.
Quali solo le sue proposte per la prossima estate?
La riga domina su tutto, non tanto il gessato che e’ piu’ invernale ma la riga sottile, le millerighe, soprattutto in tonalita’ scure, nero rigatino ma anche blu. Ci sono poi delle sete e dei lini molto trattati e molto belli. Non solo ecru ma anche blu e nei colori di mezzo, grigiastro, muffa e marrone. Io propongo anche una giacca di lino bianco doppio petto e la sariana. Per gli abiti escluso i colori accesi: arancio, giallo, verde pistacchio che vanno bene solo per i maglioni.