( di Annarita Incerti)
"Non vedo in questo momento per tutte le aziende di tutti i tipi, dalle piccole alle grandissime, una strada diversa da quella dell'export, visto che i consumi interni - ahime'- sono fermi o in diminuzione". E' questa l'analisi di Giandomenico Auricchio, presidente di Federalimentare, annunciata nel corso dell'inaugurazione di Cibus - la 14esima rassegna internazionale dell'Italian Food in corso a Parma - che domani sara' al centro della sua relazione nel corso dell'assemblea annuale della federazione italiana dell'industria alimentare che si terra' proprio alla fiera di Parma. Sono due le regioni italiane, ha voluto ricordare Auricchio, che detengono il primato nel campo dell'export nel settore alimentare, ovvero Lombardia ed Emilia Romagna: da queste due regioni, ha spiegato ancora Auricchio, deriva piu' del 50% della produzione e parte piu' di un terzo dell'export nazionale (18 mld di euro nel 2007 in totale, con una crescita del 7% rispetto all'anno precedente). "Devo dire - ha commentato Auricchio - che Cibus non poteva 'localizzarsi' se non in una di queste due regioni".
D: Il settore dell'alimentare, sul mercato italiano, soffre di una certa stagnazione: la via di sbocco sembra arrivare dall'export...
R. "Io ho centrato la relazione di domani, all'assembla annuale di Federalimentare, sull'export, e sull'internazionalizzione: la produzione e' stata stazionaria (-0,2%), ma soprattutto i consumi interni sono diminuiti dell'1, 5%, che e' un problema. Che cosa hanno fatto le aziende italiane? Sul fronte interno hanno cercato di puntare di piu' su prodotti innovativi, con piu' alto valore aggiunto - come i piatti pronti - cercando di intercettare delle nuove fasce di consumatori, soprattutto preparando cibi per i single - che sono sei milioni - o per gli extracomunitari. Sul fronte esterno, invece, si e' puntato fortemente sull'export, e questoe' stato il grande exploit del 2007, che a dir la verita' si aggiungeva a una analoga situazione del 2006. Nel 2007 l'industria alimentare italiana ha esportato per 18 miliardi di euro, una cifra imponente, che vuol dire che e' cresciuta del 7% rispetto all'anno prima.
D. E'questo il segreto per uscire dalla crisi?
R. Io credo sia l'unica, in questo momento, visto che i consumi interni sono penalizzati per varie circostanze - molte persone non arrivano alla quarta settimana, poi ci sono i problemi legati al costo delle energie - Devo dire che e' la strada obbligata
per tutti i tipi di imprese. Per questo credo che una manifestazione come Cibus, che inauguriamo oggi - una fiera fortemente specializzata e fortemente internazionalizzata con la presenza anche di molti buyer stranieri, dove ci sara' il focus sulla Germania, fatto molto importante - sia la strada giusta per aiutare le aziende a internazionalizzarsi e a uscire, a cercare, nuovi consumatori e nuovi mercati. Dico Germania perche' oggi a Parma ci saranno interventi di importatori tedeschi, della grande distribuzione tedesca: voglio ricordare che, nonostante ci siano ormai tanti paesi importanti che diventano sempre piu' importanti, come la Cina e l'India, per l'industria alimentare la Germania rappresenta pero' il primo importatore: il 18% del nostro export italiano va in Germania, con una crescita nel 2007 fortemente significativa, di oltre il 5%.
D: Resta importante anche il mercato americano...
R. Dopo la Germania gli Usa sono il secondo mercato, con il 12,3% del fatturato globale nel 2007. Da tenere presente che nei primi sei mesi del 2007, gli Stati Uniti stavano perdendo oltre dieci punti, che hanno recuperato, nonostante il dollaro, nel secondo trimestre. Vuol dire che le aziende alimentar italiane sono state determinate nel mantenere le quote di mercato nel mercato degli Stati Uniti: sono convinto e mi auguro per questo che, nonostante alcune difficolta' iniziali, l'export possa dare le stesse soddisfazioni, importanti, anche nel 2008. Anche perche' e' la strada obbligata: il 2007, al netto della svalutazione, si chiude con un - 1,5% in volume. Quindi, ripeto, l'export e' assolutamente la strada obbligata per l'industria alimentare, piccola o grande.
5 Maggio 2008