E' più facile portare i turisti nello spazio che varare norme per farlo in sicurezza. E per questo le compagnie come Blue Origin, SpaceX, Boeing e Virgin Galactic potrebbero iniziare i loro voli commerciali alla cieca e procedendo per tentativi.
Nel giro di qualche anno si spalancheranno le porte dei velivoli dedicati ai voli spaziali turistici ma i primi a salirci a bordo potrebbero essere delle vere e proprie 'cavie' sotto il punto di vista della sicurezza. Il problema nasce dal fatto che la FAA - Federal Aviation Administration, l'agenzia del Dipartimento dei Trasporti statunitense - ha l'incarico di regolare ogni aspetto riguardante l'aviazione civile ma non ha giurisdizione in merito ai lanci spaziali. Il peso di questa responsabilità ricade quindi sulle spalle delle aziende che stanno progettando i voli spaziali turistici e adeguano le norme di sicurezza ai loro standard interni. Questo perché tecnicamente la legge è stata progettata per dare alle imprese il più ampio margine di libertà possibile per sviluppare la propria tecnologia.
Lo Space Act commerciale, varato nel 2015, non prende posizione riguardo alle responsabilità in caso di incidente e di danni verso terzi, e inoltre estende al 2025 il 'periodo di apprendimento' dell’organo che controlla lo spazio aereo statunitense, la Federal Aviation Administration (FAA). In sintesi, la creazione di nuovi regolamenti per la sicurezza avviene solo per vietare una pratica che ha già "portato lesioni gravi o mortali" o che ha procurato "un alto rischio di causare un grave o mortale incidente" in un volo. Ciò significa che per creare delle norme di sicurezza ad hoc saranno necessari diversi incidenti per capire come evitarli.
La FAA, quindi, non dice alle aziende spaziali come proteggere i passeggeri se non dopo averli messi in pericolo e, nel frattempo, i turisti spaziali dovranno sottoscrivere una liberatoria sui rischi che corrono, riconoscendo esplicitamente che il governo degli Stati Uniti non ha certificato come sicuro il razzo utilizzato.