Roma - Le strutture di Emergenza-Urgenza in Italia sono poco attrezzate per l'accoglienza dei pazienti, costretti ad aspettare ore interminabili prima di essere visitati o ricoverati. Ad esempio, sono pochi gli spazi per le attese "attrezzati" per i bambini (in nessuno dei Pronto soccorso, 36 per cento Dea I livello, 29 per cento Dea II livello). Questi sono alcuni dei dati emersi nel monitoraggio civico e tecnico delle caratteristiche strutturali e organizzative dei servizi di emergenza-urgenza, condotto dal Tribunale per i Diritti del Malato di Cittadinanzattiva e dalla Societa' italiana della medicina di emergenza-urgenza.
Sono quasi assenti le barriere architettoniche, mentre molto presenti sono quelle sensoriali (meno del 10 per cento delle strutture ha accorgimenti per non vedenti-ipovedenti); dotazioni di sedie a rotelle, barelle e elevatore per grandi obesi presenti prevalentemente al Nord. Bagni condivisi uomo-donna in circa la meta' delle strutture (53 per cento PS, 51 per cento DEA I Liv, 29 per cento DEA II Liv); assenza di bagni per disabili nel 20 per cento di PS e DEA II livello, mentre il sapone nei bagni e' presente solo nel 53 per cento dei PS e nel 77 per cento dei DEA II Livello con le realta' del Sud piu' in difficolta'. Infine anche la carta igienica e' disponibile solo nel 60 per cento dei PS e nel 77 per cento dei DEA II livello. Sono presenti spazi dedicati al malato in fase terminale solo nel 45 per cento DEA II livello, 36 per cento DEA I Livello, 13 per cento PS. "Il PS rappresenta per i cittadini un punto di riferimento irrinunciabile e nel quale nutrono fiducia. E' necessario pero' investirci e migliorarlo per renderlo piu' accessibile e umano", ha dichiarato Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato di Cittadinanzattiva. "Si inizi adottando in tutte le strutture - ha continuato - la Carta dei Diritti al Pronto Soccorso e rispettando le Leggi: va infatti garantita in tutti i PS l'attivazione di letti di Osservazione Breve Intensiva previsti dal Decreto 70 del 2015 sugli standard ospedalieri, ancora oggi non disponibili in tutti gli ospedali. C'e' bisogno di una migliore e piu' trasparente gestione dei posti letto per evitare affollamenti, il sovraccarico del personale e garantire la dignita' delle persone. E' grave infatti che solo il 45 per cento dei DEA I livello abbia conoscenza in tempo reale dei posti letto disponibili nei reparti di tutta la struttura". (AGI)