A fine 2014 si era posto il problema se, al di là della questione giuridica, il M5S fosse un movimento o un partito anche lo storico e saggista
Aldo Giannuli. Secondo la definizione adottata da Giannuli, “un movimento è, per sua natura, un
soggetto parziale ed “orizzontale”, cioè tende ad associare tutte le persone di una certa area sociale, anche molto ampia (studenti oppure operai, o contribuenti, donne, ecc.) per porre un determinato problema: la condizione della donna, il diritto allo studio, la condizione di vita in fabbrica, l’eccessivo carico fiscale, l’accoglienza agli immigrati o, vice versa, il bisogno di respingerli […]. Dove i movimenti sono parziali per la tematica, il partito è generalista e dove i movimenti sono potenzialmente universalisti (accogliendo tutti i possibili interessati alla sua tematica) i partiti sono “parziali” e “dividono” cioè sono rappresentanti di parte (appunto: partiti) […]. Quindi, cari amici del M5s, mettetevi l’anima in pace: siete già un partito, dovete solo
scegliere che tipo di partito essere”.