di Rita Lofano
Houston - Gli appelli all'unità del presidente Barack Obama e della candidata sconfitta, la democratica Hillary Clinton, non sono bastati a fermare le proteste di piazza, esplose in numerose città degli Usa per contestare la clamorosa elezione alla Casa Bianca del repubblicano Donald Trump.
L'America scende in piazza, è la notte del #TrumpProtest
E' stata una notte di manifestazioni pacifiche, ma anche di scontri con la polizia e occupazioni. Nelle città più grandi come New York, Chicago, San Francisco e Los Angeles ai cortei hanno partecipato alcune migliaia di persone. Contro "il razzismo, la misoginia, le xenofobia, l'islamofobia...", recitavano cartelli sventolati davanti alla Trump Tower di Manhattan, nella Grande Mela, dove almeno quattro persone sono state arrestate. "Lei ha ottenuto più voti", urlavano alcuni manifestanti, riferendosi alla vittoria popolare della Clinton che non è però riuscita ad ottenere la maggioranza dei 538 grandi elettori necessaria per vincere la Casa Bianca. Tutti in marcia nel segno dell'hashtag #NotMyPresident, rimbalzato su Twitter.
Protesters marching through NewYork. #TrumpProtest
— Saleh Abbas (@SyedSalehAbbas) 10 novembre 2016
pic.twitter.com/MkTFok17ac
"Sono molto preoccupato per quello che succederà nei prossimi quattro anni", ha dichiarato una donna fasciata in una bandiera messicana, davanti alla Trump Tower di Chicago. "Non posso credere di essere qui a manifestare per i diritti civili", ha osservato una studentessa di colore a Berkeley, in California. "Lui è stato eletto ma la lotta non è finita - ha spiegato - i miei antenati non hanno mai smesso di lottare e io non mi fermerò".
Among cities with #notmypresident protests:
— Matea Gold (@mateagold) 10 novembre 2016
Chicago
New York
Boston
Philly
DC
Seattle
Portland
Austinhttps://t.co/pjF6qElXo6
Simili slogan a Seattle, Okland, Filadelfia e Washington Dc: "Non siamo l'America di Trump" o "no es mi presidente", con un chiaro rifermento alle preannunciate politiche anti-immigrati. Ma il dato è tratto e oggi prenderà formalmente il via il processo di transizione quandooggi sarà ricevutoda Obama nello Studio Ovale mentre la moglie, Melania, sarà accolta nelle residenza privata della Casa Bianca dalla first lady uscente, Michelle Obama.
Thank you #losangeles for being united. #TrumpProtest we will keeping fighting for the next for years for justice. pic.twitter.com/KjmTQfUCLd
— Malika Moro (@malikamoro) 10 novembre 2016
HILLARY CONCEDE VITTORIA: DOBBIAMO A TRUMP UNA CHANCE
"Dobbiamo accettare questo risultato... Donald Trump sarà il nostro presidente. Gli dobbiamo una mentalità aperta ad una chance". Così Hillary Clinton, visibilmente provata all'indomani della pesante disfatta. Ha incoraggiato le donne a non arrendersi per rompere quel "soffitto di cristallo", così come sperava di fare lei. Per non alimentare tensioni, si è guardata dal menzionare la sua vittoria popolare. In termini di consenso da parte dei singoli cittadini, l'ex first lady ha ottenuto il 47,7% contro il 47,5% del rivale, pari a circa 200.000 voti in più, anche se si tratta ancora di dati in evoluzione. è la quarta volta che un presidente americano non viene eletto pur ottenendo il maggior numero dei voti popolari. è l'effetto dell'elezione indiretta. Nel 2000 il repubblicano George W. Bush ebbe la meglio sul democratico Al Gore per 5 grandi elettori ma perse nel voto popolare per oltre mezzo milione di voti.
TRUMP APPREZZA: RISPOSTA HILLARY "VERAMENTE DI CLASSE"
"Un intervento davvero di classe...un passo importante per riunire il Paese". Così il portavoce della campagna di Trump, Jason Miller, via Twitter, commentando il discorso della sconfitta di Hillary.
Very classy speech from @HillaryClinton. Important step in bringing our country together.
— Jason Miller (@JasonMillerinDC) 9 novembre 2016
OBAMA LAVORA PER "TRANSIZIONE MORBIDA"
"Ora tifiamo tuti per il suo successo nel riunire questo Paese". Così il presidente Obama sottolineando come "il pacifico passaggo del potere sia "una caratteristica della democrazia". Non è un segreto che io e Trump abbiamo posizioni decisamente differenti ma ora dobbiamo unire il Paese - ha insistito - e lavorare per una transizione di successo".
PANICO MERCATI RIENTRATO
Gli appelli all'unità, la prospettiva di tagli alle tasse e di investimenti in infrastutture sono bastati a rassicurare i mercati mondiali, dopo l'iniziale panico scatenato dalla vittoria, a sorpresa, di Trump. Wall Street ha chiuso in positivo con il Dow Jones che ha guadagnato l'1,38% e il tecnologico Nasdaq l'1,1%.
SCATTA TOTO-GOVERNO TRUMP
Dall'ex sindaco di New York, Rudy Giuliani, (alla Giustizia o alla Sicurezza Interna) all'ex di Goldman Sachs, Steven Mnuchin, al Tesoro. Sono tra i papabili della squadra di governo Trump, secondo il Politico. Tra gli altri, l'ex controverso Speaker della Camera dei Rappresentanti, Newt Gingrich , come possibile Segretario di Stato, e Forrest Lucas, il 74enne co-fondatore della società petrolifera Lucas Oil, in pole per gli Interni, che negli Stati Uniti è il dipartimento che si occupa della tutela del territorio e quindi delle concessioni petrolifere e minerarie. Tra i nomi di punta per la poltrona di procuratore generale (capo del dipartimento di Giustizia) figura anche il responsabile della squadra di transizione di Trump, il governatore del New Jersey Chris Christie. Il futuro presidente è chiamato a riempire almeno 4.000 posti di nomina pubblica.
I PROSSIMI APPUNTAMENTI
Trump è atteso alla Casa Bianca dal presidente Barack Obama. Poi dovrebbe vedere lo Speaker della Camera dei Rappresentanti, Paul Ryan. Il prossimo 17 novembre, Trump incontrerà a New York il primo ministro giapponese, Shinzo Abe, con il quale oggi ha parlato al telefono, come riporta la France-Presse.