Roma - Fu il presidente Usa, Barack Obama, nel 2013 a scegliere James Comey, un repubblicano, a capo dell'Fbi. E chissà che ora non abbia a pentirsene considerato che proprio Comey, a pochi giorni dal voto dell'8 novembre, ha aperto un'inchiesta sulla candidata democratica Hillary Clinton che rischia di azzoppare irrimediabilmente la sua corsa. Ex funzionario del dipartimento di Giustizia, Comey è considerato un repubblicano di qualità. Sotto l'amministrazione di George W.Bush era arrivato a diventare il 'numero 2' del ministero della Giustizia. Obama probabilmente volle fare una scelta bipartisan. Non solo: certamente sapeva che Comey, molto preparato e alle spalle una carriera illibata, aveva avuto un ruolo chiave in uno degli episodi più delicati del mandato di Bush jr.: nel 2004, mentre il procuratore generale John Ashcroft era malato e ricoverato in ospedale per una pancreatite, due collaboratori del presidente -il capo dello staff, Andrew Card Jr, e Alberto R. Gonzales- tentarono di approfittare della sua debolezza per autorizzare la reiterazione della controversa legge sulle intercettazioni indiscriminate promulgata dopo l'11 settembre. Comey, che aveva assunto i poteri del procuratore, si precipitò nella stanza dell'ospedale e riuscì a bloccare Gonzales e Card. Un vero 'public servant', la cui determinazione forse fu la chiave che convinse Obama. Ma ora questa determinazione rischia di giocare uno sgambetto al Partito democratico. (AGI)