Roma - A due settimane dalle presidenziali Usa dell'8 novembre è proprio l'inquilino uscente della Casa Bianca, Barack Obama, ad impegnarsi di più a favore di Hillary Clinton. Per Obama la sua ex avversaria del 2008 e poi suo segretario di Stato per 4 anni, deve stravincere per zittire il rivale repubblicano Donald Trump e i suoi sostenitori, per spiegare loro cos'è l'America, ed invita tutti a non crogiolarsi sui sondaggi positivi che continuano a premiare il candidato democratico.
OBAMA, HILLARY DEVE STRAVINCERE
L'inquilino uscente della Casa Bianca è soddisfatto ma paradossalmente anche preoccupato dei sondaggi che danno nettamente in vantaggio il suo ex segretario di Stato perchè, ha sottolineato, "non ci basta che Hillary vinca, ma dobbiamo fare in modo che vinca alla grande, per mandare un chiaro messaggio su chi siamo come popolo. Vogliamo una grande vittoria. Non ci accontentiamo di farcela per il rotto della cuffia particolarmente quando l'altro tizio (riferimento al repubblicano Donald Trump, ndr) ha già iniziato a fare la lagna su come la partita sia stata truccata". Il presidente teme soprattutto che la quasi certezza che la candidata democratica abbia già la vittoria in tasca induca molti suoi sostenitori a dare per assodato il risultato e quindi a decidere di non andare a votare: "Questo è uno di quei momenti in cui non ci possiamo permettere di restare seduti a guardare dando per scontato che tutto andrà bene senza che noi si faccia nulla", ha concluso.
I SONDAGGI SEMPRE A FAVORE DEL CANDIDATO DEMOCRATICO
Hillary Clinton mantiene sostanzialmente stabili le proprie possibilità di aggiudicarsi la Casa Bianca, pari al 92 per cento, riferisce "The Upshot", blog di analisi politica del New York Times che quotidianamente aggiorna le quotazioni di entrambi i candidati. Donald Trump non va oltre l'8 per cento, anche se al magnate repubblicano la prospettiva teorica di spuntarla non è ancora del tutto preclusa. Negli ultimi quattro giorni è la prima volta in cui l'avversaria democratica gli cede un punto. Anzi, in controtendenza rispetto ai dati trionfalistici delle altre reti tv (domenica la Abc della Disney ha dato al candidato democratico un vantaggio di ben 12 punti - 50 a 38 per cento - rispetto al rivale repubblicano) la Cnn vede il distacco limitato a soli 5 punti. L'ultima rilevazione della rete di Atlanta (effettuata dal 20 al 23 ottobre e con un margine d'errore del 3%) dà l'ex segretario di Stato al 49% con il candidato del Grand Old Party (Gop) al 44%.
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TRUMP, DEMOCRATICI FANNO SONDAGGI FASULLI CONTRO DI ME
A conferma di come i numeri che girano non gli piacciano, Trump ha accusato gli avversari del partito Democratico di confezionare e far circolare sondaggi "fasulli", dai quali risulterebbe che lui è in svantaggio rispetto a Hillary Clinton, con l'obiettivo di demoralizzare i sostenitori repubblicani e indurli a non andare a votare: una variante, a ben vedere, sul tema dei più volte denunciati brogli che potrebbero inficiare l'imminente consultazione, e che secondo il magnate lo legittimerebbero a non escludere di non accettare l'esito elettorale. "Una faccenda di grande importanza", ha scritto su Twitter, "è che i democratici si stanno inventando sondaggi fasulli allo scopo di farmi fuori. Invece noi vinceremo!", ha tagliato corto, definendo se stesso 'the Trump' anziché il più familiare 'the Donald'. E arringando la folla in un comizio a St. Augustine, in Florida, Trump ha assicurato che "quando vinceremo, il vostro voto si farà sentire nei corridoi di Washington e nel mondo intero: quello che sta succedendo - ha detto - è più forte della Brexit".
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NYT, I DEMOCRATICI RICONQUISTERANNO IL SENATO
Crescono sempre più le chance che i democratici riescano a riconquistare la maggioranza al Senato dove da due anni sono in minoranza, con 44 seggi contro i 54 dei repubblicani. Secondo il New York Times i democratici hanno il 68% di opportunità di strappare al Grand Old Party (Gop) la Camera alta. L'8 novembre, infatti, non si elegge solo il 45esimo presidente degli Stati Uniti ma oltre a tutti i 435 deputati (al momento sono 247 repubblicani e 188 democratici) della House of Representatives, anche 34 senatori (24 repubblicani e 10 democratici) su 100 (al momento sono 54 repubblicani, 44 democratici e due indipendenti).
Rispetto a due settimane fa il New York Times ha registrato una lieve ripresa dei repubblicani, comunque sempre in perdita: dei 24 senatori repubblicani 16 sono considerati sicuramente riconfermati ma 8 andrebbero ai democratici. Questi ultimi vedono riconfermati 9 dei loro 10 senatori uscenti, cui si aggiungerebbero due seggi del Gop strappati ai rivali. Ci sono poi tre seggi democratici che passerebbero ai repubblicani e lo stesso farebbero tre Stati ora dell'Asinello che passerebbero all'Elefante, annullandosi a vicenda. In palio resta la Pennsylvanya dove gli sfidanti sono testa a testa. Se così fosse il 115esimo Senato degli Stati Uniti - che si insedierà il 3 gennaio 2017 - vedrebbe i democratici con una maggioranza di 55 senatori, mentre i repubblicani scenderebbero a 45. (AGI)