Roma, 10 mar. - Ha insultato gli immigrati e dichiarato guerra ai musulmani. Eppure Donald Trump sembra avere tra i suoi moltissimi fan negli Usa anche esponenti delle comunita' indu', sikh e persino islamiche. Lo dimostrano alcuni gruppi su Facebook nati per appoggiare la cavalcata del tycoon verso la Casa Bianca. Si parte da 'Indu' per Trump', pagina Fb che - come riferisce la Bbc - raffigura il magnate addirittura come una divinita' indu', in posizione yoga e con fiori di loto coi colori della bandiera americana. Il gruppo riscuote circa 500 'mi piace' (non va dimenticato che gli indu' negli Usa sono quasi 2,5 milioni) e un post nella pagina lancia un avvertimento ai "detrattori di Trump". "Donald Trump promette di rendere l'America di nuovo grande. Significa piu' lavoro, meno bellicismo, frontiere protette e una vita migliore per gli Americani legali. Vincera' e voi siete dalla parte sbagliata della storia". Il gruppo non e' passato inosservato e la Fondazione Indu' Americana, prosegue l'emittente britannica, ha ricevuto diverse proteste per la rappresentazione del tycoon come una divinita' sacra. "Abbiamo inviato via Tweet le nostre preoccupazioni ma non abbiamo ricevuto risposta", ha spiegato Jay Kansara, direttore delle relazioni governative della fondazione.
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Pubblicato da Hindus For Trump su Martedì 15 dicembre 2015
Altri indiani-americani, stavolta nel New Jersey, hanno lanciato un comitato chiamato 'Indiani Americani per Trump 2016'. "Sembra invincibile. Parte della nostra comunita' sostiene Hillary Clinton ma dobbiamo sostenere anche l'altro lato, in modo che i nostri interessi siano protetti e che possiamo avere accesso a Washington", si e' giusitificato uno dei membri, Sudhir Parikh, proprietario di un gruppo editoriale.
Non solo: malgrado la proposta di Trump di vietare l'ingresso negli Usa agli islamici, il magnate puo' vantare tra i suoi sostenitori anche gli 'Americani Musulmani per Trump'. Il gruppo e' stato fondato da un pakistano americano, Sajid Tarar, il quale spiega cosi' il suo modo di vedere: "Sono anch'io un americano e credo che questo significhi mettere l'America al primo posto. Non sono a favore di chi viene qui e fa cose contro l'America". Punto di vista condiviso anche da Jesse Singh, creatore dei 'Sikh Americani per Trump'. Singh e' arrivato negli Stati Uniti 30 anni fa ma "non vedo piu' quell'America. Cosi' quando Trump dice che rendera' l'America di nuovo grande, sono pienamente d'accordo con lui". (AGI)