La Libia sta per compiere il primo passo verso la pace ma a Bengasi, roccaforte di Khalifa Haftar nel mirino dei terroristi, un attentato colpisce due dipendenti dell'Onu, che aveva proposto una tregua accettata dalle parti in conflitto.
Il Governo di accordo nazionale di Tripoli guidato da Fayez al Serraj ha accolto la richiesta di far tacere le armi fino a martedì per la festa del sacrificio (Eid al-Adha) che inizia domani, ma a quattro condizioni. Tripoli ha chiesto che il cessate il fuoco sia rispettato in tutte le zone dei combattimenti e accompagnato da un stop al movimento di truppe. La tregua, inoltre, deve inoltre includere "un divieto di voli e sorvoli di ricognizione nell'intero spazio aereo libico, nonché una sospensione dei voli dalle basi aeree". Dal canto suo l'uomo forte della Cirenaica ha fatto annunciare da un suo portavoce che "fermerà tutte le operazioni militari... Alla periferia di Tripoli".
Nelle stesse ore in cui veniva fatto l'annuncio, un'autobomba esplodeva e uccideva due dipendenti dell'Onu proprio a Bengasi. "Due dipendenti delle Nazioni Unite, uno dei quali straniero, sono stati uccisi e almeno altri otto sono rimasti feriti, tra cui un bambino", ha affermato un funzionario del governo locale. L'esplosione è avvenuta in un'area commerciale nel quartiere di Al-Hawari.
Le parti rispettino la tregua umanitaria e tornino al tavolo del negoziato", ha chiesto il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, condannando l'attentato. I fatti di oggi hanno spinto la Francia a chiedere una riunione d'emergenza del Consiglio di sicurezza dell'Onu, che si terrà alle 22, ora italiana.