Bucarest - L'ex presidente della Romania Ion Iliescu è stato rinviato a giudizio con altre 13 persone con la gravissima accusa di crimini contro l'umanità. Il processo scaturisce dai fatti della 'Mineriada' del 13-15 giugno 1990, quando le forze dell'ordine romene repressero nel sangue e con l'aiuto di minatori chiamati a Bucarest le proteste cominciate a Piazza dell'Università contro il governo.
Al fine di piegare la dura resistenza degli studenti e dei contestatori, che si barricarono nella facoltà di architettura, i servizi di sicurezza (fino a pochi mesi prima costituiti nella famigerata Securitate del regime comunista di Nicolae Ceasescu) ricorsero a diecimila minatori, giunti nella capitale con treni speciali, i quali sedarono con la violenza le proteste e devastarono la facoltà di architettura e di neocostituiti partiti politici di concerto con la polizia. Il numero preciso delle vittime della 'Mineriada' è rimasto sempre controverso, ma quattro sono i morti accertati per colpi di arma da fuoco, 1.380 i feriti e 1.250 le persone arrestate per motivi politici. Iliescu stesso ringraziò i minatori per il loro "elevato senso civico", mentre le immagini delle violenze fecero il giro del mondo suscitando la condanna di molti Paesi occidentali.
Tra le persone che andranno alla sbarra con Iliescu, figura l'ex primo ministro Petre Roman. Con lui c'è il capo all'epoca della Sri (l'intelligence romena erede della Securitate, praticamente con gli stessi uomini di prima) Virgil Magureanu; alti responsabili delle forze dell'ordine e delle forze armate; due capi pro tempore dei potenti sindacati dei minatori, Matei Drella e Miron Cozma.
Iliescu, che ha oggi 87 anni, fu il primo presidente della Romania dopo la caduta di Nicolae Ceasescu e del regime comunista nel 1989, guidando il Paese nel travagliato passaggio al postcomunismo. Fu capo dello Stato fino al '92 e nel mandato successivo, dal '92 al '96, tornando una terza volta a rivestire la somma carica dal 2000 al 2004 dopo la parentesi di Emil Constantinescu.
L'inchiesta sui fatti del giugno '90 fu finalmente avviata nel 2005, ma si arenò dopo un paio di anni per insufficienza di prove e vizi procedurali. L'istruttoria è stata rilanciata nel marzo 2015, dopo che la Corte europea dei diritti dell'uomo aveva condannato Bucarest, ritenendo l'indagine sulla 'Mineriada' "lacunosa e insufficiente". Iliescu ha sempre dichiarato la sua estraneità alle violenze.
La procura militare, secondo quanto riporta il quotidiano romeno Evenementul Zilei, sostiene che esistano le prove che gli imputati abbiano "organizzato, coordinato e diretto" l'attacco alla popolazione civile, e che siano responsabili dell'omicidio di quattro persone, delle violenze e ferimenti di massa e degli arresti indiscriminati operati durante la 'Mineriada'. La procura riferisce di avere raccolto 2.300 testimonianze nonchè 46 deposizioni di persone sospettate dei crimini riempiendo 413 faldoni per duemila file. Il processo si celebrerà dinanzi all'Alta Corte di Cassazione e di Giustizia.