Bruxelles - L'Ucraina ha fatto tanto e i suoi sforzi vanno premiati, ma l'Ue deve fare piu' della concessione della liberalizzazione dei visti. Il summit bilaterale tenuto a Bruxelles e' uno spartiacque nei rapporti tra il governo di Kiev e i Ventotto. I presidenti di Commissione europea e Consiglio europeo, Jean-Claude Juncker e Donald Tusk, sono pronti a riconoscere la concessione dell'abolizione dell'obbligo dei visti per i cittadini ucraini. Un atto dovuto, secondo i due leader Ue. "L'Ucraina ha soddisfatto tutte le condizioni, ed e' quindi e' giusto che si veda riconosciuta la liberalizzazione di visti", il concetto ribadito prima da Juncker e poi da Tusk.
La proposta verra' inoltrata formalmente ai rappresentanti degli Stati membri e al Parlamento europeo, con l'auspicio di avere prime risposte gia' entro la fine dell'anno. E' il massimo che l'Ue puo' offrire a Kiev in questo momento. Restano ferme la condanna per l'annessione russa della Crimea, il non riconoscimento di tale atto, e le sanzioni legate al pieno rispetto degli accordi di Minsk. Ma e' un ribadire qualcosa gia' esistente, di nuovo c'e' poco.
Anche il protocollo d'intesa per la cooperazione energetica siglato oggi a Bruxelles non e' una novita' vera e propria: aggiorna e sostituisce quello gia' siglato nel 2005. E' solo un impegno bilaterale che si rinnova e che si estende per altri 10 anni in vari settori (efficienza, ricerca, sicurezza, decarbonizzazione, integrazione). Ecco allora il nuovo pacchetto di aiuti per Kiev: 15 milioni di euro a sostegno delle riforme anti-corruzione, 104 milioni per la riforma della pubblica amministrazione, 52,5 milioni per la promozione dello stato di diritto. Soldi freschi che solo in parte accontentano la contropare. Il presidente Petro Poroshenko ha esortato a trovare quanto prima una soluzione al problema della ratifica di associazione, resa impossibile dal referendum olandese di aprile che l'ha bocciato. "L'accordo di associazione e' il simbolo della nuova Ucraina", quella che guarda a ovest e intende svincolarsi dalla Russia.
"Ulteriori ritardi nella ratifica non sono di beneficio ne' all'Ucraina ne' all'Unione europea". Poroshenko ha quindi precisato di "non chiedere nulla in piu' a quello che e' stato concordato", e cioe' l'accordo di associazione. "L'Europa non deve cedere ai populismi", ha detto riferendosi agli euroscettici olandesi che hanno chiesto il referendum. Poi la richiesta di cooperare in modo strategico dal punto di vista energetico, come peraltro i Ventotto sono formalmente impegnati a fare da un punto di vista di diversificazioni degli approvvigionamenti.