di Francesca Venturi
Bruxelles - Era il 22 ottobre di due anni fa quando a Strasburgo il Parlamento europeo di fresca elezione diede il suo avallo alla Commissione dell'ex premier lussemburghese ed ex presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, con 423 voti a favore, 209 contrari e 67 astensioni. Il presidente aveva appena annunciato all'aula riunita in sessione plenaria l'imminente lancio ("entro Natale") del piano di investimenti da 300 miliardi per rilanciare l'economia e l'occupazione, ribadendo l'impegno dell'esecutivo in termini di sorveglianza sui bilanci dei paesi dell'Eurozona.
Anche in quei giorni di due anni fa, come in questi, era in corso la trattativa fra governi nazionali e Bruxelles sui progetti di bilancio per l'anno successivo. Ma le cose, da questo punto di vista, sono cambiate: se non altro perché, nel gennaio 2015, la Commissione ha adottato le nuove linee sulla flessibilità che hanno resto meno stringenti le regole del patto di stabilità e crescita. Quella della crisi economica era, all'epoca, ancora la priorità principale, prima di essere affiancata se non superata dalla crisi dei migranti e dall'emergenza terrorismo.
I molti fronti di crisi hanno avuto la meglio sulle priorità inizialmente indicate, e la Commissione ha dovuto proporre soluzioni sulla spinta dell'emergenza, ma, secondo gli auspici del presidente, ha cercato in tutti i settori di intervento di mantenere anche l'attenzione sul medio-lungo periodo. A complicare il compito "comunitario" della Commissione, che ha il ruolo istituzionale di "guardiana dei trattati", é giunto, nel giugno scorso, il risultato del referendum britannico: per la prima volta dalla sua fondazione, l'Unione europea anziché allargarsi si restringe perdendo il Regno Unito.
CRESCITA E OCCUPAZIONE
Il piano di investimenti 2015-2017, operativo dal settembre 2015, è stato lanciato con l'obiettivo di mobilitare capitali pubblici e privati per 315 miliardi. Un anno dopo è stato deciso il suo rilancio anche dopo il 2017, visti anche i primi risultati considerati positivi dalla Commissione: 138 miliardi di nuovi investimenti e oltre 130 mila nuovi posti di lavoro. Inoltre, con la "garanzia giovani" hanno finora trovato un posto di lavoro o di formazione 9 milioni di giovani europei.
EURO
Un lungo negoziato ha permesso di mantenere la Grecia nell'Eurozona con la conclusione, nel luglio 2015, di un accordo per un nuovo piano di aiuti internazionali in cambio di riforme strutturali da parte di Atene. La Commissione continua il lavoro per il completamento dell'Unione economica e monetaria, e in questi due anni sono diventati operativi la sorveglianza unica, gestita dalla Bce, e il meccanismo di risoluzione delle crisi bancarie, basato sul "bail in" ovvero il coinvolgimento di tutti gli investitori legati alle banche, per non pesare sui contribuenti. Mancano ancora un accordo per il terzo pilastro dell'Unione bancaria, lo schema unico di garanzia dei depositi, e la realizzazione dell'Unione dei mercati di capitale.
FISCO
Per combattere elusione ed evasione fiscale, dal 2017 saranno operative nuove regole sullo scambio automatico di informazioni e i controlli sulla base di rapporti paese per paese. Inoltre, l'antitrust europeo guidato da Margrethe Vestager ha preso decisioni contro gli accordi di favore che alcuni paesi (Lussemburgo, Irlanda, Paesi Bassi) concedevano alle multinazionali.
AGENDA DIGITALE
La Commissione ha l'ambizioso progetto di completare il mercato unico digitale, con l'obiettivo di "sbloccare 415 miliardi di nuova crescita all'anno" creando "migliaia di posti di lavoro". Si tratta di migliorare l'accesso ai servizi digitali e alle connessioni per tutti i cittadini europei, con decisioni come la fine delle spese per il "roaming", programmata per il giugno del 2017. Tutti i consumatori e le piccole e medie imprese devono potere acquistare e vendere prodotti e servizi online senza difficoltà e con garanzie. La commissione ha già avviato una modifica delle regole sul copyright che riflette le nuove tecnologie e la proposta di nuove regole comuni sulla protezione dei dati personali.
ENERGIA E CLIMA
La firma, nel novembre 2015, dell'accordo di Parigi sulla riduzione delle emissioni inquinanti, e la conseguente ratifica da parte dei 28, impegna l'Unione a ridurle entro il 2020 del 40%. La Commissione ha presentato le proposte per arrivare a un'Unione dell'energia che permetta di ridurre la dipendenza dalle forniture dei paesi terzi coordinando risorse e infrastrutture e diversificando le fonti.
MIGRANTI
L'emergenza profughi ha reso necessaria l'elaborazione di una politica europea che comprende diverse decisioni, a partire dalla realizzazione del nuovo corpo europeo di guardie delle coste e delle frontiere esterne, operativo da poche settimane. Va ancora decisamente a rilento e incontra le resistenze di alcuni paesi, soprattutto all'Est dell'Europa, lo schema di ricollocamenti approvato l'anno scorso in piena crisi dei rifugiati e che avrebbe dovuto riguardare, in due anni, 160 mila profughi da Italia e Grecia. Per ora, ne sono stati redistribuiti appena 6.237 (di cui 1.391 dall'Italia). Quest'anno è invece stato stipulato l'accordo con la Turchia per alleggerire il peso degli arrivi sulle isole greche ed è stato avviato un piano di accordi con i paesi di origine e transito, soprattutto in Africa, per limitare il flusso dei migranti in arrivo. Per questa e altre iniziative come la realizzazione di centri di accoglienza sono stati finora mobilitati oltre 15 miliardi del bilancio Ue.
TERRORISMO
La Commissione ha dovuto far fronte in questi due anni agli attacchi terroristici che hanno colpito soprattutto Francia e Belgio, provocando decine e decine di vittime. Lo ha fatto promuovendo un più intenso scambio delle informazioni fra i servizi di intelligence dei diversi paesi sotto il coordinamento di Europol. All'interno dell'agenzia di polizia europea è stato creata anche una specifica "task force" antiterrorismo. Inoltre, c'è il progetto di una Unione della sicurezza che punti alla lotta contro la radicalizzazione, al maggiore controllo dei confini, a quello sull'accesso dei terroristi ai finanziamenti e alle armi.
COMMERCIO
Tasto dolente per la Commissione Juncker. In questi due anni sono stati conclusi i negoziati, che duravano da 7, con il Canada ma, al momento, la firma ufficiale del trattato di libero scambio è resa impossibile dalla mancanza di unanimità fra i 28, a causa dell'opposizione del parlamento vallone che impedisce al Belgio di dare il suo ok. Tempi incerti invece per il Ttip, il trattato con gli Stati Uniti: i negoziati sono a un punto morto, anche se proseguiranno con il successore del presidente Obama.
POLITICA ESTERA
Il vicepresidente e Alto rappresentante per la politica estera Ue, Federica Mogherini sapeva due anni fa che il suo non sarebbe stato un compito facile, ma le crisi internazionali si sono succedute in modo ancora più drammatico di quanto non si potesse prevedere. L'obiettivo di fare dell'Europa "un attore globale più forte", una delle priorita' della Commissione, ha dovuto fare i conti con una serie di emergenze, a partire da quella dei migranti e delle relazioni con i paesi di origine e transito: e un nuovo piano di investimenti a favore dei paesi africani, sul modello del piano Juncker, è stato recentemente approvato dall'esecutivo. Sul fronte orientale, la crisi ucraina, già in corso all'inizio del mandato della Commissione, non accenna a concludersi, visto che gli accordi di Minsk sul cessate il fuoco in Ucraina orientale non vengono rispettati da nessuna delle due parti. Il principale successo del periodo è l'accordo con l'Iran sul nucleare, nel luglio 2015, che ha permesso di riaprire le relazioni con Teheran. (AGI)