(AGI) - Roma, 28 apr. - Italia sul podio degli investimenti stranieri in Francia: nel 2015 il nostro paese ha superato l'Inghilterra ed e' diventato il terzo investitore straniero oltralpe, con 1.800 imprese presenti sul territorio francese che impiegano oltre 100 mila persone. Sono i dati emersi durante la conferenza stampa all'Ambasciata francese a Roma sugli investimenti esteri in Francia. Malgrado un contesto internazionale incerto, emerge dai dati forniti dall'ambasciata e dal Business France Invest, "nel 2015 gli investitori italiani hanno rafforzato il loro interesse per la Francia, primo paese d'accoglienza con il 26% degli investimenti italiani creatori di posti di lavoro all'estero. Nello stesso anno, 84 progetti italiani d'investimento sono stati avviati in Francia su un totale di 962 progetti stranieri (8,8%). L'Italia realizza cosi' il suo migliore risultato degli ultimi dieci anni". Gli investimenti italiani nel 2015 hanno superato la cifra di 17 miliardi di euro. Cifra che secondo Herve' Poittier, direttore del Business France Invest, considerando le recenti operazioni come quella di Campari-Grand Marnier "sara' decisamente piu' alta l'anno prossimo".
Secondo le cifre rese note oggi, "a livello europeo, l'Italia si classifica al secondo posto dopo la Germania (14,6% dei progetti). A livello mondiale, gli Stati Uniti rimangono il primo paese investitore in Francia. Per quanto riguarda la Francia, sono 1600 le filiali d'imprese francesi in Italia che impiegano piu' di 230 000 dipendenti, facendone il primo paese investitore in Italia". Nel 2015, i progetti d'investimento italiani sono stati avviati su quasi tutto il territorio francese (12 regioni su 13). Tuttavia, due regioni accolgono la meta' dei progetti di origine italiana : l'Ile-de-France, con il 36% dei progetti e Auvergne-Rhone-Alpes (14%). Seguono poi Languedoc-Roussillon-Midi-Pyrenes (8%), Pays de la Loire (8%), Normandie (7%), Aquitaine-Limousin-Poitou-Charentes (6%).
Quasi i due terzi degli investimenti a destinazione della Francia provengono da Lombardia e Piemonte (rispettivamente 41,6% e 22,6% dei progetti). Questo risultato traduce una progressione notevole rispetto alla media dei cinque anni precedenti durante i quali queste due regioni rappresentavano il 46% dei progetti (32% per la Lombardia e 14 % per il Piemonte). Il Veneto e l'Emilia Romagna vedono invece la loro contribuzione diminuire (9,5% entrambi rispetto a una media del 15%). Da notare tuttavia che una parte non indifferente dei progetti proviene dalle regioni Lazio, Campania, Umbria, Trentino Alto Adige (3,5% ognuna)".
Tre i settori prevalenti degli investimenti italiani in Francia: trasporto/stoccaggio (12% dei progetti italiani), tessile/ abbigliamento (12%), agroalimentare (11%). L'Italia e' il primo paese investitore in Francia nel settore dell'arredamento della casa (37% dei progetti di origine estera). Per quanto riguarda la natura degli investimenti italiani realizzati oltr'Alpe, le attivita' di produzione e di logistica rappresentano la parte preponderante (entrambe il 21% dei progetti italiani), un risultato che conferma l'importante presenza storica delle industrie tradizionali italiane sul territorio francese. Seguono poi i servizi alle imprese (15%) e i centri decisionali (13%). Molto significativa la progressione delle attivita' di ricerca e sviluppo che permettono alle imprese italiane di classificarsi al secondo posto mondiale con il 14% dei progetti esteri avviati in Francia, dopo gli Stati Uniti (24%)". Nel 2015, i progetti di creazione di nuovi siti rappresentano praticamente un progetto su due (46%) come nel 2014. Le acquisizioni di aziende francesi rappresentano il 12 % dei progetti contro il 10 % nel 2014. Sono invece in aumento i progetti di ampliamento di siti esistenti (43% contro 35%). Questa tendenza puo' essere interpretata come un segnale di fiducia sull'evoluzione positiva del mercato francese.
"La relazione economica italo-francese e' sempre piu' forte - ha detto Catherine Colonna, Ambasciatrice di Francia in Italia - ricordo che entrambi i paesi sono l'uno per l'altro dei partner commerciali fondamentali : la Francia e' il secondo cliente e il secondo fornitore della penisola. Il bilancio 2015 degli investimenti italiani in Francia, presentato oggi, e' la dimostrazione dello spirito imprenditoriale dinamico ed internazionale che caratterizza i dirigenti italiani. Quest'ultimi hanno saputo cogliere le opportunita' offerte dall'ulteriore rafforzamento dell'attrattivita' della Francia, dovuto alle molte riforme a favore delle imprese e dell'innovazione condotte negli ultimi anni dal governo francese. Infine, tali risultati dimostrano che l'economia francese e' aperta a tutti gli imprenditori italiani desiderosi di sfruttare le opportunita' offerte dal nostro paese". "Giustizia veloce e certezza dei tempi sono i due principali elementi che fanno la differenza tra l'Italia e la Francia - ha detto Massimiliano Vannucchi, vice Ceo di Sofidel, impresa italiana che opera da anni in Francia. Per Davide Pozzi, direttore di 'Immagine ritrovata' societa' che si occupa di restauro cinematografico e che ha una forte collaborazione con la Cinemateque francaise "a differenza che da noi, la catena del cinema in Francia e' seguita dalla A alla Z, c'e' un tessuto lavorativo stabile e un investimento e un'attenzione pubblica per il cinema che da noi purtroppo manca". "Le imprese italiane non devono avere piu' complessi di inferiorita' - ha concluso Bob Kunze-Concewitz, Ceo del gruppo Campari che qualche mese fa ha lanciato l'acquisizione del marchio Grand Marnier che si dovrebbe concludere a giugno - e la Francia e' un mercato estrememante interessante". (AGI)
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