(AGI) - Roma, 26 apr. - La Bosnia Erzegovina guarda all'Europa con speranza e convinzione ma il cammino presenta ancora diversi ostacoli. Nel Paese pero' si respira un'aria nuova, agevolata anche dal diverso approccio mostrato dalla stessa comunita' internazionale. "C'e' una nuova comprensione da parte dell'Ue", ha affermato Igor Crnadak, ministro degli Esteri bosniaco, dicendosi convinto che "ora abbiamo buone possibilita' di andare avanti: per la prima volta Ue e Usa guardano alla Bosnia Erzegovina veramente per quella che e'". Una "comprensione che l'Italia ha sempre avuto", ha sottolineato il capo della diplomazia di Sarajevo, parlando del rapporto speciale con Roma, sostenitrice del percorso verso Bruxelles del Paese balcanico.
Intervenendo alla Societa' italiana per l'Organizzazione internazionale (Sioi) presieduta dall'ex ministro degli Esteri, Franco Frattini, alla presenza anche dell'ambasciatore bosniaco Zeljana Zovko, Crnadak ha ammesso che "a 21 anni dalla guerra non abbiamo ancora fatto gli avanzamenti che ci si aspettava. Ci siamo concentrati eccessivamente sulle modifiche alla Costituzione, che non ci sono state". "Le stesse energie - ha sostenuto - devono ora essere investite per costruire piu' fiducia tra di noi, migliorare la comunicazione e il consenso".
Guardando alla strada verso Bruxelles, la Bosnia nutre forte convinzione ma vive ancora "grandi problemi, a cominciare dalla corruzione, insieme a disoccupazione e pochi investimenti". Da qui, gli sforzi di Sarajevo nell'ambito delle riforme economiche per rendere il Paese piu' accogliente per gli investimenti, con nuove regole in materia di lavoro e tassazione. "L'Italia e' il secondo partner commerciale ed e' al 12esimo posto tra gli investitori stranieri", ha ricordato il ministro, assicurando "c'e' spazio per far crescere ancora l'interscambio commerciale, non solo per la vicinanza geografica ma anche grazie alle relazioni molto buone e di lungo periodo che gli imprenditori dei due Paesi intrattengono. Sono sicuro che vedremo passi in avanti non solo politici ma anche economici tra i due Paesi".
Che nel futuro della Bosnia ci siano le istituzioni comunitarie lo ha sostenuto anche Frattini, convinto che l'Ue sia "un magnete contro l'intolleranza, il frazionamento dei Paesi, l'estremismo e ogni forma di rigetto di cooperazione e dialogo". "La riunificazione dell'Europa, termine che preferisco rispetto ad allargamento, non sara' completa finche' non saranno tutti pieni membri", ha aggiunto l'ex ministro degli Esteri, parlando di "un processo in corso: c'e' chi e' piu' o meno vicino ma tutti condividono il destino di essere parte di questa famiglia". (AGI)
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