Bruxelles - Non ci sono le condizioni per congelare i fondi della Bank Mellat, considerata finanziatrice dei programmi nucleari dell'Iran, perche' il Consiglio Ue "non ha fornito motivi ed elementi di prova sufficienti" e dunque il congelamento dei beni non e' possibile. Lo ha stabilito la Corte di giustizia europea nella sentenza emessa oggi su un caso che risale al 2010. All'epoca, ricorda l'organismo di Lussemburgo, gli Stati membri avevano sostenuto che Bank Mellat agiva "in modo da sostenere e favorire i programmi nucleare e balistico dell'Iran". Inoltre, sempre secondo le accuse, la stessa banca "ha prestato servizi bancari ad enti riportati negli elenchi dell'Onu e dell'Ue o ad enti che agiscono per loro conto o sotto la loro direzione ovvero ad enti da essi posseduti o controllati".
Bank Mellat aveva gia' ottenuto a gennaio 2013 un annullamento della decisione dal Tribunale dell'Ue, con il Consiglio Ue che ha chiesto di portare il caso davanti alla Corte. Oggi la stessa Corte chiarisce "le frasi della motivazione sopra riportata non consentono alla Bank Mellat di sapere concretamente quali servizi bancari essa ha fornito e a quali enti, tanto piu' che detta motivazione non identifica i soggetti dei quali la Bank Mellat ha gestito i conti". Il congelamento dei fondi della Bank Mellat e' cessato il 16 gennaio 2016 nell'ambito della rimozione della maggior parte delle sanzioni internazionali contro l'Iran, ma la decisione di oggi di fatto dice che fin dall'inizio non c'era motivo per colpire la banca.