La Northern Michigan University ha lanciato un corso di laurea incentrato sulla "scienza e il business" della coltivazione della marijuana. Il corso di studi, distribuito in quattro anni, nasce dall'esigenza di affrontare con competenza i nuovi scenari che la graduale legalizzazione delle droghe leggere dischiudono negli Stati Uniti. Si tratta di un percorso universitario molto impegnativo, basato sullo studio di biologia e chimica. Al momento i ragazzi pionieri del nuovo programma sperimentale dell'ateneo situato a Marquette, in Michigan, sono dodici e, come spiega il quotidiano Detroit Free Press, il più delle volte sono anche vittime di facile umorismo. "Quando la gente sente cosa sto studiando", confessa Alex Roth, al primo anno, "il più delle volte mi chiede: "Ti stai laureando in coltivazione della marijuana?". Ironie a parte, l'esempio dell'università pubblica del Michigan sarà sicuramente seguito da altri atenei. Basti pensare al fatto che questo tipo di specializzazioni diventerà sempre più richiesto, se solo si considera che sono oramai 29 gli Stati in cui è stato legalizzato l'utilizzo della marijuana a scopo medico, mentre in otto è possibile farne uso anche a fini ricreativi.
di Rita Lofano da Houston, Stati Uniti
Per approfondire:
Cina: "una fazione del Pcc tentò il golpe", l'accusa di un delegato
Un gruppo di alti funzionari del Partito Comunista Cinese, caduti in disgrazia nel corso della campagna anti-corruzione, tentarono il golpe in Cina: lo ha sostenuto uno dei delegati al XIX Congresso del Partito comunista, capo della China Securities Regulatory Commission, la Consob cinese, Liu Shiyu, che ha parlato in un panel di discussione del decisivo 'conclave'. Secondo quanto riporta il quotidiano South China Morning Post, Liu ha detto che il presidente cinese, Xi Jinping, ha "salvato il partito" dalle manovre della fazione ribelle, nelle cui fila ha indicato le vittime più note della campagna anti-corruzione condotta dalla Commissione Disciplinare dal 2012 a oggi. Liu ha chiamato in causa i due ex capi del partito di Chongqing, Bo Xilai e Sun Zhengcai, l'ex capo degli apparati di Sicurezza, Zhou Yongkang, l'ex segretario personale di Hu Jintao ai tempi in cui Hu era a capo del partito e dello Stato, Ling Jihua, e i due ex vice presidenti della Commissione Militare Centrale, Guo Boxiong e Xu Caihou. Con l'eccezione di Sun, espulso dal Pcc il mese scorso, e di Xu Caihou, morto prima di potere essere processato, tutti gli altri sono stati condannati all'ergastolo per reati che vanno dalla corruzione all'abuso di potere, fino alla diffusione di segreti di Stato.
di Eugenio Buzzetti da Pechino, Cina
Per approfondire:
- South China Morning Post: Coup plotters foiled: Xi Jinping fended off threat to ‘save Communist Party’
Sudafrica, ecco le migliori università del continente
Più di 25 università africane si trovano nella World University Rankings 2018, il sistema di classificazione globale delle Università del mondo, pubblicato a ottobre. Da questo report emerge che le migliori università del continente si trovano in 10 paesi che vanno dall’Uganda, in Africa Orientale, fino alla Nigeria, in Africa Occidentale e dal Marocco, nel nord Africa, al Sud Africa.
Una delle università sudafricane si trova addirittura fra le prime 200 della classifica mondiale. Si tratta del'Università di Città del Capo, in assoluto il migliore istituto di studi superiori del continente, con il suo 171’ posto fra le università del mondo.
Nel complesso, l'Egitto e il Sudafrica sono i due paesi africani meglio rappresentati nella classifica, rispettivamente con 9 e 8 università. Ma il Sudafrica e l'Uganda sono i soli due paesi con tutte le università nelle prime 500 posizioni.
La classifica del World University Rankings valuta le prestazioni universitarie usando 13 indicatori differenti che misurano l'insegnamento, la ricerca, l'impatto della ricerca, l'innovazione e le prospettive internazionali.
Da questa classifica emerge chiaramente che fra le migliori università in Africa le prime quattro sono tutte Sudafricane. La prima è quella di Cape Town e poi ci sono la Witwatersrand University di Johannesburg, la Stellenbosch University dell’omonimia cittadina e la University of KwaZulu-Natal di Durban, che si trova a pari merito al 4’ posto fra le migliori università africane con quella di Makerere a Kampala, in Uganda.
Seguono due Università egiziane al 5’ e 6’ posto del migliore istituto universitario in Africa, si tratta della American University del Cairo e della Beni-Suef Univerity dell’omonima città egiziana, che si trova a pari merito al sesto posto con altre 3 università del Sud Africa, la University of Johannesburg, la University of Pretoria e la University of the Western Cape, sempre a Città del Capo.
All’11 posto entra una istituzione della Nigeria, la University of Ibadan, a pari merito con una Università algerina, la Tlemcen, dal nome della città in cui si trova.
Anche nel 2016 è stato il Sud Africa a dominare la classifica delle prime 15 università in Africa, con ben 6 istituti tra cui i primi 3 erano e sono rimasti anche quest’anno l’Università di Città del Capo, l’Università del Witwatersrand e l’Università di Stellenbosch. Anche alcune università di Uganda, Ghana, Kenya, Egitto, Marocco e Nigeria figurano nella classifica, determinata utilizzando la metodologia del World University Rankings.
di Francesca Spinola da Accra, Ghana
Per approfondire:
- Graphic Online: African universities score poorly in global ranking
Cina: un gioco on line per applaudire Xi, l'iniziativa di TenCent
Anche chi non è potuto essere presente al discorso del presidente cinese, Xi Jinping, all'apertura del Congresso del Partito Comunista Cinese potrà comunque applaudirlo per le parole pronunciate nelle tre ore e mezzo di discorso alla grande Sala del Popolo. Un nuovo gioco on line sviluppato da TenCent, uno dei maggiori gruppi di internet in Cina, che gestisce la piattaforma di messaggistica istantanea WeChat, permette di applaudire i passaggi salienti del discorso, semplicemente battendo con una mano sul proprio smartphone: più velocemente si percuoterà lo schermo nei diciannove secondi a disposizione, maggiore sarà l'apprezzamento dimostrato per le parole del segretario generale del Pcc, pronunciate di fronte ai quasi 2300 delegati del partito giunti a Pechino per l'evento politico dell'anno. Il gioco, spiega il New York Times, che per primo ne ha rivelato l'esistenza, si apre con un passaggio del lungo discorso di Xi, su uno dei temi più sentiti dai cittadini, prima che appaia l'aula della grande Sala del Popolo e un paio di mani in primo piano. Il numero massimo di applausi possibili è di circa mille a ogni round, e finora, secondo il gioco sviluppato su WeChat, ci sono già stati oltre un miliardo di applausi.
di Eugenio Buzzetti da Pechino, Cina
Per approfondire:
Bloomberg: Tencent Comes Up With a Novel Way to Applaud China's President
India, il collegio musulmano che vieta di postare le proprie foto su Facebook
Il più grande collegio per gli studi islamici in India, il Darul Uloom Deoband, nello stato settentrionale di Uttar Pradesh, ha emesso una fatwa (un precetto islamico) che vieta ai musulmani di postare sui social media foto che li ritraggono.
L’istituzione giuridica Darul Iftaa, che emana i provvedimenti per Darul Uloom Deoband, ha decretato che tutti i musulmani, uomini e donne, dovrebbero astenersi dal pubblicare foto che ritraggono loro o la loro famiglia sui canali social, in quanto questo atto è contrario all’Islam.
Alcuni giorni fa, una domanda scritta presentata al dipartimento fatwa di Darul Iftaa chiedeva se inviare immagini di sé stessi o del proprio coniuge su Facebook o Whatsapp possa essere considerato in linea con la religione islamica, secondo quanto riferisce l'India Today. La fatwa che proibisce la pubblicazione di fotografie sui social media è stata emessa dopo questa domanda. All'inizio di ottobre, il Darul Uloom Deoband ha emesso una fatwa che impedisce alle donne di depilare o ritoccare le proprie sopracciglia e di tagliarsi i capelli.
di Shuriah Niazi da Nuova Dalhi, India
Per approfondire:
- The Hindu: Darul Uloom Deoband issues fatwa against posting of photos on Facebook
- India today: Darul-Uloom prohibits women from cutting hair, issues fatwa
Siria: esercito turco stabilisce primo punto osservazione a Idlib
L'esercito turco è attivissimo un Siria: dopo le preliminari operazioni di perlustrazione e l'arrivo di tank e uomini dei reparti scelti nella provincia di Idlib, questa mattina è stato annunciato che il primo punto di osservazione è divenuto operativo. La Turchia ha inviato un contingente nella zona di Idlib per favorire la costituzione di una 'de-escalation zonè nel nord ovest della Siria, insieme a Russia e Iran. In base agli accordi di Astana gli eserciti dei tre Paesi registreranno eventuali violazioni alla tregua e fungeranno da 'peace keeper', prevenendo scontri tra fazioni rivali. Gli iraniani e i russi garantiranno per i lealisti del regime di Damasco e i turchi per i gruppi ribelli e per l'esercito libero siriano (Els).
di Giuseppe Di Donna da Istanbul, Turchia
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Usa: California, è legge la cremazione eco-friendly dal 2020
La California sarà il quindicesimo Stato ad offrire ai propri cittadini la possibilità di accedere alla cosiddetta "cremazione verde". Il trend è oramai in atto in tutti gli Stati Uniti. Si tratta di un'alternativa ecologica alla cremazione che utilizza il sistema dell'idrolisi alcalina. Dal 2020 potranno accedervi anche i californiani grazie ad una legge firmata dal governatore Jerry Brown questa settimana. Il metodo comporta l'utilizzo di acqua e di una soluzione alcalina di idrossido di potassio che, riscaldata, scioglie i tessuti del corpo e polverizza le ossa. La cremazione in acqua, inoltre, è più ecologica ed ha un impatto ambientale decisamente meno incisivo di quella tradizionale. Basti pensare, come nota The Atlantic, che per cremare con metodo standard un corpo, occorre la stessa quantità di carburante necessaria a fare il pieno a due grossi Suv. Intanto gli statunitensi stanno gradualmente abbandonando i sistemi consueti. Secondo la National Funeral Directors Association, l'ente che raggruppa le agenzie funebri americane, spiega Newsweek, dal 2015 il numero di cremazioni ha superato quello delle sepolture.
di Rita Lofano da Houston, Stati Uniti
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Il vivi-lavora-divertiti lifestyle salverà le città africane dal traffico
Esci di casa, fai due passi e sei in ufficio, ne fai altri due e sei in palestra o al ristorante o al parco giochi con i figli. In Kenya lo chiamano il “live-work-play lifestyle concept”, ovvero vivi, lavora e divertiti nello stesso quartiere. Concetto che sta prendendo sempre più piede e che forse salverà le congestionate capitali africane dal traffico. È opinione di Ben Woodhams, direttore dell’ufficio di Nairobi di Knight Frank, colosso del real estate britannico. “Questo concept - ha detto Woodhams - è sempre più popolare fra gli abitanti delle grandi città africane e lo è diventato sulla spinta della necessità di ridurre la quantità di ore che adesso a Nairobi come a Kinshasa, a Luanda come ad Accra, si spendono in macchina nella routine quotidiana casa-lavoro-casa e poi palestra-discoteca-ristoranti”. "Nairobi, come molti hub regionali nei mercati emergenti - ha continuato - ha una popolazione in rapida espansione e le infrastrutture della città stanno faticando a mantenere il passo, tanto che una grande sfida da affrontare è il traffico”.
La soluzione secondo il il report annuale della Knight Frank sui trend abitativi mondiali, il Global Cities 2018, la possono dare proprio quei progetti immobiliari ad uso misto, sempre più richiesti a Nairobi, che integrano spazi commerciali, residenziali e lavorativi. Si tratta di progetti di sviluppo abitativo, già iniziati in Kenya, che offrono servizi come parcheggi integrati alle abitazioni e soluzioni edili atte a contenere uffici, negozi e luoghi di svago. Il report, per quanto riguarda la capitale del Kenya, cita come esempi i nuovi complessi di Garden City, The Hub e il Two Rivers Mall che dispongono di centri commerciali di alta qualità con blocchi di appartamenti e uffici di alto livello che emulano complessi sorti in città come Londra, San Francisco e New York, dove i progetti ad uso misto sono relativamente avanzati.
Questo processo - si legge nel rapporto - è stato anche incoraggiato dalla volontà di riconvertire vecchie attività economiche o di riqualificare ex distretti industriali o portuali nei pressi dei centri urbani.
Quello che è certo ad oggi, come confermano le statistiche governative sul traffico stradale a Nairobi, è che gli interminabili ingorghi stradali costano al paese almeno 20 milioni di dollari l’anno, e fanno di Nairobi la seconda città peggiore del mondo in termini di congestione del traffico stradale. Secondo l'indice globale del traffico, a Nairobi gli automobilisti trascorrono nel traffico una media di 62,44 minuti al giorno, davanti ai 56,98 di Jakarta e ai 56,77 di Manila.
di Francesca Spinola da Accra, Ghana
Per approfondire:
- All Africa: Kenya: How Integrated Solutions Could Eliminate Traffic Jams
Nord Corea: scrive a Australia, non ci piegheremo a minacce Trump
La Corea del Nord avverte in una lettera aperta che non si piegherà alle minacce lanciate dal presidente Usa, Donald Trump. Lo ha fatto in una lettera inviata all'Australia e a "diversi Paesi", protestando per le minacce pronunciate dal presidente Usa contro Pyongyang. "Trump ha minacciato di distruggere totalmente la Corea del Nord, uno Stato sovrano solenne e indipendente e una potenza nucleare. È un atto estremo di minaccia di distruggere il mondo intero", si legge nella missiva, datata 28 settembre, del Comitato per gli Affari Esteri di Pyongyang. La missiva, fatta recapitare al Parlamento australiano tramite l'ambasciata nord-coreana in Indonesiana, è stata pubblicata in un facsimile dal quotidiano Sydney Morning Herald.
"Se Trump pensa di mettere in ginocchio la Corea del Nord, un Paese nucleare, attraverso la minaccia di una guerra nucleare sarà un grosso errore di valutazione e un'espressione di ignoranza". Per la ministra degli Esteri australiana Julie Bishop, la lettera è un segnale che le sanzioni approvate dall'Onu contro Pyongyang stanno producendo effetti. Bishop definisce "inusuale" il ricorso a una lettera aperta da parte di Pyongyang per esprimere le proprie posizioni: la missiva è un segnale che la Corea del Nord si trova in un momento di "disperazione" e di "isolamento" all'interno della comunità internazionale. "Questa è la prima lettera che riceviamo, che qualsiasi ministro degli Esteri australiano abbia ricevuto dalla Corea del Nord", ha dichiarato la ministro degli Esteri australiana. "È una lettera aperta e non è il modo in cui generalmente mandano messaggi al mondo". Per Bishop la lettera inviata tramite l'ambasciata nord-coreana a Giakarta è un segnale che "la strategia collettiva di alleati e partner di imporre la massima pressione e sanzioni diplomatiche ed economiche alla Corea del Nord sta funzionando".
di Eugenio Buzzetti da Pechino, Cina
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Turchia: legami con Gulen, ordine di arresto per 110 manager
Seconda ondata di ordini d'arresto nell'indagine che riguarda il gruppo Kaynak, l'holding turca sospettata di avere legami finanziari con la rete golpista che accusata di aver realizzato il colpo di stato del 15 luglio 2016. La procura di Istanbul ha emesso un mandato d'arresto per 110 tra dirigenti e lavoratori della Kaynak e compagnie a questa collegate. La polizia ha proceduto all'arresto dei sospetti in 24 diverse province del Paese, tuttavia la maggior parte dei manager di Kaynak coinvolti lavorano nelle maggiori città del Paese: Istanbul, Ankara, Smirne e Bursa. L'accusa, per tutti, è di aver finanziato e aver agito secondo ordini provenienti dall'organizzazione di Fetullah Gulen, imam e finanziere residente negli Usa dal 1999, ritenuto la mente dell'ultimo colpo di stato in Turchia. Dal tentativo di colpo di stato ad oggi sono state circa 51mila le persone finite in carcere con l'accusa di far parte della rete golpista; poco meno di 160mila hanno inoltre perso il lavoro sempre per l'accusa di legami con l'organizzazione di Gulen.
di Giuseppe Di Donna da Istanbul, Turchia
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A cura di Anna Ditta - The Post Internazionale (TPI)