Mentre lo scrutinio dei voti è concluso, salvo un seggio conteso che verrà assegnato in serata, Theresa May ha deciso di recarsi dalla Regina per formare un governo conservatore sostenuto dagli unionisti irlandesi. Secondo il 'Guardian' l'accordo è già fatto, mentre Jeremy Corbyn, leader dei laburisti, vero vincitore morale di questa tornata elettorale, chiede un passo indietro alla May, che replica: "Il Paese ha bisogno di stabilità".
Così il nuovo Parlamento britannico, con 649 seggi assegnati su 650
- Partito Conservatore: 318 seggi
- Partito Laburista: 261 seggi
- Partito liberaldemocratico: 12 seggi
- Scottish National Party: 35 seggi
- Democratic Unionist Party: 10 seggi
- Sinn Fein: 7 seggi
- Plaid Cymru: 4 seggi
- Verdi: un seggio
- Altri: un seggio
Una scommessa finita male
Gli inglesi, si sa, amano le scommesse. Quella di Theresa May è però finita malissimo. Ha peccato di "hybris", dice Paul Nuttal, leader degli euroscettici dell'Ukip, scomparsi dal Parlamento avendo perso, con la Brexit, la loro ragion d'essere. La premier aveva convocato le elezioni anticipate sperando di accrescere i propri consensi e avere così un mandato più solido per le trattative sulla Brexit. Invece ha perso la maggioranza parlamentare ed è costretta ad un accordo di coalizione che le consetirebbe di governare con appena tre voti se ai 318 deputati Conservatori si aggiungeranno i 10 del Dpu. Il rischio di un "Parlamento appeso" ("Hung", secondo l'espressione britannica) verrebbe quindi evitato solo formalmente.
I liberaldemocratici si sfilano
I liberaldemocratici hanno deciso di non ripetere l'esperienza del governo di coalizione, inaugurata nel 2010, quando, sotto la guida di Nick Clegg portarono la loro - allora consistente (57 seggi) - pattuglia di deputati a sostegno del governo di David Cameron. L'ufficio stampa del nuovo leader del partito, Tim Farron, fa sapere di "aver ricevuto un sacco di telefonate ma solo per essere chiari: diciamo no a qualsiasi coalizione. Nessun accordo". Difficile per il partito più europeista del Paese allearsi con May, che aveva sostenuto, seppure in maniera tiepida, il 'Leave'.
Corbyn: "La Brexit prosegua come previsto"
Il Labour Party è "pronto a servire il paese", ha dichiarato Jeremy Corbyn, ribadendo la richiesta di dimissioni di Theresa May, che oggi "non ha un governo forte, stabile e con un programma". Corbyn ha aggiunto che l'uscita della Gran Bretagna dall'Ue deve procedere come previsto. Corbyn, si legge sul Guardian, ha rivendicato il buon risultato del Labour "dovunque" nel paese, in Galles e in Scozia. Tutti coloro che hanno lavorato a questo successo, ha sottolineato, "devono essere orgogliosi". Si tratta di una pesante vittoria personale per un leader fortemente criticato all'interno del suo partito.