Perché il G7 rischia di essere un flop
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Perché il G7 rischia di essere un flop
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I 4 temi sul tavolo del G7

  1. TERRORISMO. Come scrive Repubblica, Gentiloni sottolinea come la dichiarazione sul terrorismo sancisce "l'unità dei maggiori paesi del mondo libero" in risposta all'attentato di Manchester . "Combatteremo l'abuso di internet da parte dei terroristi. Pur essendo una delle principali conquiste delle ultime decadi, Internet ha anche dimostrato di essere un potente strumento per gli scopi terroristici".
  2. CLIMA. Sul clima, invece, c'è un muro contro muro che vede contraopposti Usa e Francia e Germania. Gentiloni, come scrive il Corriere della Sera, ricorrendo a tutta la diplomazia affinata alla guida della Farnesina spiega che "gli Stati Uniti hanno confermato di avere in corso una riflessione sull'accordo di Parigi" sui cambiamenti climatici. Ma Macron e la Merkel insistono perché non vi siano compromessi al ribasso sulla salvaguardia del clima.
  3. COMMERCIO. Sul commercio internazionale, come scrive La Stampa, Trump continua a fare incombere lo spettro del protezionismo e la pressione del nazionalismo economico. La distanza tra il presidente dell'"America First" e i partner è stata ammessa implicitamente dallo stesso consigliere economico di Trump, Gary Cohn, che lo ha definito "un grande tema" precisando che il presidente si riferiva 'solo' all'intollerabile disavanzo commerciale con la Germania quando a Bruxelles ha definito i tedeschi "molto cattivi".
  4. MIGRANTI. Sui migranti, tema che sta a cuore alla presidenza italiana, si profila una concessione alla linea dura del Trump del muro con il Messico e della stessa May post-Brexit. Huffington Post sottolinea come "ben 5 pagine, con riferimenti ai diritti dei rifugiati, le motivazioni di questa emergenza immigrazione senza fine, i contributi positivi dei migranti. Era questo, in origine, il documento che la presidenza italiana del G7 aveva preparato per il vertice. Ma qui la bozza 'made in Italy' naufraga, inabissata dalla presidenza Usa, affondata da Stephen Miller, lo sherpa di Donald Trump deputato a trattare sul tema migranti".
    Nella bozza della dichiarazione si afferma la necessità di tutelare i profughi e i migranti più deboli, come le donne a rischio e i minori non accompagnati, ma anche il diritto "sovrano" degli Stati di presidiare i propri confini e di fissare "tetti" all'immigrazione. Più che all'accoglienza, si fa riferimento al diritto di portare avanti "politiche sull'immigrazione nel proprio interesse nazionale", al punto che le Ong hanno parlato di "testo miope e regressivo".
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