Ogni giorno in America 137 donne nere muoiono a causa di malattie cardiache, una ogni 11 minuti. Il 53% è obesa e l’82% è al di sopra del peso forma. E’ come se un aereo pieno di donne di colore si schiantasse a terra ogni giorno. Lo racconta T. Morgan Dixon durante un Ted talk (Technology Entertainment Design) americano. Con lei c’è anche Vanessa Garrison e insieme vogliono parlare alla comunità delle donne nere, per far sì che questa strage quotidiana finisca. Soprattutto perché le malattie, causa di decesso, possono essere prevenute e curate. Per questo Vanessa e Morgan hanno fondato l’associazione no profit GirlTrek, attraverso la quale organizzano escursioni e camminate per le donne nere in tutti gli Stati Uniti. Fino a questo momento sono riuscite a coinvolgere 100.000 donne e vogliono arrivare a 1.000.000 entro il 2018. “Cosi ogni giorno ci infiliamo le scarpe da ginnastica e invitiamo le donne della nostra comunità a camminare”, racconta Morgan.
Perché succede tutto questo
Negli Stati Uniti le istituzioni, le aziende e le campagne per la sanità pubblica non riconoscono ancora le differenze fisiche tra le donne nere e quelle bianche.“Si tratta di un razzismo sistemico, tutto si concentra sulla perdita di peso e sull’aspetto estetico e non viene ancora presa in considerazione la diversa costituzione corporea delle donne di colore. Si tratta di una questione che ci portiamo dietro fin dalla nascita, è nel nostro Dna e probabilmente deriva dai traumi che i nostri corpi hanno subito nel corso del tempo”, racconta Vanessa, ricordando l’inefficacia delle cure e dei farmaci somministrati alla nonna, morta per un’insufficienza cardiaca.
La storia di Vanessa
Sono state le morti della sua famiglia che hanno spinto Vanessa ad interessarsi al tema. “Ogni anno la sera prima dell’inizio della scuola mia nonna si sedeva accanto a me e mi sistemava i capelli. Lei era una donna forte e allegra. Aveva 11 figli e una casa piena di nipoti e come tutte le donne che conosco si è sempre occupata degli altri anziché di se stessa. Abbiamo sempre misurato la sua forza in base alla capacità che ha avuto di sopportare il dolore e la sofferenza. Una mattina non si svegliata, è morta di infarto a 66 anni. Era proprio il giorno di inizio dell’anno scolastico e la sera prima, come da tradizione, mi aveva pettinato i capelli. Mentre facevo l’università - continua Vanessa - sono morte mia zia Diane, aveva 55 anni, e mia zia Tricia, 63 anni. A questo punto ho deciso che dovevo fare qualcosa, non potevo aspettare di veder morire un’altra donna della mia famiglia”.
Morgan e il desiderio di fare qualcosa
Anche per Morgan il desiderio di fare qualcosa per affrontare questo problema è cresciuto a seguito delle sue esperienze. “Ero un’insegnante alla South Atlanta High School e metà delle ragazze nere della mia classe aveva il diabete. A quel punto - dice T. Morgan Dixon - ho capito che non potevo continuare ad insegnare senza fare niente. La loro alimentazione doveva cambiare e avevano bisogno di fare movimento, così mi è venuta l’idea di fare con loro delle escursioni. Ecco come è nato il nome GirlTrek”.
Perché camminare
“Avevamo bisogno di qualcosa che appartenesse alla nostra eredità culturale - spiega Morgan - e che potesse essere replicato in tutto il Paese. Prima ci siamo documentate e abbiamo cercato di ispirarci a modelli di successo, come Wangari Maathai, che ha vinto il premio Nobel per la Pace convincendo le donne a piantare 50 milioni di alberi in Kenya.
Abbiamo così scelto di camminare. Innanzi tutto perché camminare nel dolore è ciò che le donne di colore hanno fatto per secoli. E poi è scientificamente dimostrato che camminare 30 minuti al giorno può diminuire del 50% il rischio di essere affetti da diabete, malattie cardiache, ictus e perfino Alzheimer”. Ogni giorno le donne entrano a far parte di GirlTrek, “stiamo diventando numerose e tutte ci impegniamo a camminare insieme con l’obiettivo di prenderci cura di noi stesse. Inoltre è un modo per incontrarsi- racconta Vanessa -, parlare e risolvere i problemi insieme”.