Rafforzare l'asse franco-tedesco e rifondare l'Europa. Se necessario anche modificando i Trattati. Il primo incontro tra il neo eletto presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron e la cancelliera tedesca Angela Merkel si concretizza in un impegno a voltare pagina su un'Unione europea sempre più percepita come "burocratica" e "lontana dalle reali necessità dei cittadini". "Dal punto di vista tedesco è possibile cambiare i trattati se serve", dice Merkel, aprendo a Parigi. Modificare i Trattati, gli fa eco Macron, "non è piu' un tabu''. Bisognerà però convincere il potente ministro delle Finanze teutonico Wolfgang Schaeuble che, in una recente intervista, ha ribadito il suo nein agli Eurobond ed è risultato scettico sulla possibilità di passare per una modifica dei Trattati, giudicata "irrealistica" perché richiede l'unanimità e il voto dei Parlamenti nazionali.
"Sono molto felice di essere qui", premette Macron, che vola a Berlino all'indomani del passaggio di consegne all'Eliseo, così come avevano fatto i suoi due predecessori, Francois Hollande e Nicolas Sarkozy, e poche ore dopo aver nominato il gollista Edouard Philippe primo ministro del suo governo. "Ogni inizio è abitato da una magia", replica Merkel citando Herman Hesse all'inizio di una conferenza stampa seguita a un'ora e mezza di faccia a faccia.
"Serve una rifondazione storica dell'Europa"
Macron è convinto che serva "una rifondazione storica dell'Europa" perché ricorda "il messaggio di rabbia, di insoddisfazione e di preoccupazione del popolo francese" scaturito dal voto. E per questa rifondazione è essenziale "rafforzare l'asse franco-tedesco", ma anche creare una "nuova dinamica" nei rapporti tra i due paesi.
"Con Macron consigliere finanziario e poi ministro dell'Economia di François Hollande, il dialogo è stato costante, in questi ultimi cinque anni", ricorda La Repubblica, "e il piano di rafforzare l'Eurozona con un fondo e un ministro delle Finanze unico risale persino al 2012: sin da allora, ha rivelato oggi la Reuters, esiste un piano per il rilancio europeo che rimbalza tra Parigi e Berlino ed è sempre stato rinviato per altre emergenze".
Macron boccia il piano Juncker: "Non ci sono soldi freschi"
Come segnale di discontinuità, il Sole 24 Ore sottolinea la netta critica nei confronti del cosiddetto 'piano Juncker', il progetto di rilancio degli investimenti europei attraverso partnership pubblico-private. "Il piano Juncker non ha soldi freschi. Quello di cui abbiamo bisogno sono soldi freschi. Non dobbiamo duplicare il piano di Juncker. È molto utile, ma non sono soldi freschi, non dà agevolazioni in sede di bilancio", ha spiegato Macron, "quello di cui ha particolarmente bisogno l'eurozona è una politica determinata di investimenti, privati e pubblici. Dobbiamo portare nuovi soldi freschi, per avere mezzi nel bilancio. Questo comporta convergenze, regole, riforme strutturali vere. E questo è l'obiettivo per il quale lavoriamo nel nostro piano".