Antieuropeismo, sovranismo, lotta all'immigrazione, sicurezza, 'Francia ai francesi'. Sono le parole d'ordine del Front National da molto prima che diventassero di moda. Marine Le Pen, approfittando dello spirito dei tempi, sta raccogliendo i frutti di una battaglia iniziata dal padre 25 anni fa con toni decisamente xenofobi e in posizione di assoluta minoranza.
Niente xenofobia, ma pugno di ferro sugli immigrati
L'esordio
Nata nel 1968 a Neuilly-Sur-Seine, Marine è la più piccola, ma anche la più promettente delle tre figlie di Jean Marie. E dello storico leader del Fn diventa immediatamente l'erede designata. Si iscrive al partito a 18 anni e dalla gavetta alla corsa per l'eliseo, segue tutto il cursus honorum della militante.
La carriera politica
Nel 1998 Le Pen è consigliera regionale nel Pas-de-Calais, nel 2004 arriva all'Europarlamento dove sarà rieletta altre due volte, nel 2009 e nel 2014, quando il Fn ottiene quasi il 25% dei suffragi. Un'affermazione clamorosa che spaventa la Francia ma lascia capire che il fenomeno è ormai una realtà più che consolidata. Intanto, nel 2011, Marine prende il posto del padre alla guida del Front National, prima della traumatica rottura umana e politica dovuta alle parole del padre sulle 'camere a gas dettaglio della storia' che li porterà su posizioni inconciliabili.
"Il mio rapporto con lui è zero e zero resterà, ogni volta che ha potuto danneggiarmi l'ha fatto", dice ancora oggi. Nel 2012 la prima corsa per le presidenziali: Le Pen arriva terza e raccoglie il 18% dei voti. La leader del Fn ha dipinto sé stessa come la Giovanna d'Arco che si batte per l'onore del popolo contro le oscure manovre delle elite. Ha conquistato progressivamente il voto operaio e quello dei meno abbienti, colpiti dalla globalizzazione.
E il suo elettorato non è stato minimamente scalfito dalle inchieste giudiziarie che hanno lambito il suo entourage per i presunti impieghi fittizi e pagati con soldi pubblici all'Europarlamento di Strasburgo. Al contrario, l'attacco della magistratura e' stato letto in chiave politica, come un tentativo dell'establishment di fermare l'arrivo del Front National nella stanza dei bottoni. Nella campagna tra il primo e il secondo turno, Le Pen ha cercato di conquistare anche la destra moderata, ha stretto un accordo con l'ex gollista e poi leader sovranista di 'Debout la France' , Nicolas Dupont Aignan, promettendogli la carica di primo ministro in caso di vittoria.
I sondaggi sono unanimi: Le Pen non vincerà. Ma quattro francesi su dieci (e molti, molti di più in alcune zone della Francia) voteranno per lei. E questo, per la Francia, è già un cambiamento enorme. La normalizzazione è compiuta.