Dopo più di vent'anni alla Fox, alla guida di uno dei programmi di punta della rete, Bill O'Reilly è stato defenestrato: il celebre anchorman ha resistito finché ha potuto, negando le accuse di molestie sessuali che gli sono piovute addosso (e mettendo a tacere cinque accusatrici con accordi per 13 milioni di dollari). Ma alla fine, di fronte alla fuga degli inserzionisti, e alle denunce in azienda che si accumulavano, la famiglia Murdoch, che controlla la 21st Century Fox, lo ha messo alla porta.
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O'Reilly "accuse infondate, 20 anni di successi alla Fox"
"Dopo una completa e attenta revisione delle accuse, la società e Bill O'Reilly hanno convenuto che egli non tornerà a Fox News Channel"., recita l'asettico comunicato. Poche, scarne, parole alle quali il conduttore - al momento in vacanza in Italia, dove ha anche incontrato il Papa - ha risposto con una lunga nota, dicendosi "estremamente orgoglioso di aver lanciato e guidato uno dei programmi più di successo della storia, in oltre 20 anni alla Fox News". E senza girarci attorno, definisce "estremamente scoraggiante che le nostre strade si dividano a causa di accuse infondate". "Ma questa è la sfortunata realtà", conclude, "augurando solo il meglio alla Fox News Channel".
Il precedente, Ailes licenziato a luglio per molestie sessuali
E' il secondo terremoto per la Fox News, che solo 9 mesi fa aveva perduto il potente Roger Ailes, co-fondatore e amministratore delegato dell'emittente televisiva, anche lui travolto da accuse sessuali. Gretchen Carlson, presentatrice di Fox & Friends, l'aveva denunciato pubblicamente sostenendo che l'aveva fatta licenziare perché aveva respinto le sue avances sessuali. "Noi due avremmo dovuto avere una relazione sessuale tempo fa. Tu saresti stata meglio e io sarei stato meglio. A volte i problemi si risolvono più facilmente così", avrebbe affermato lui, una volta che lei aveva sollevato la questione con lui.
Nonostrante le smentite del diretto interessato, a lei si erano unite altre giornaliste e alla fine Rupert Murdoch, insieme ai figli James e Lachlan, aveva obbligato Ailes a dimettersi.
La caduta dei 'deus ex machina' dell'ondata populista
Il 76enne è stato per vent'anni il braccio destro del magnate australiano, dopo aver seguito, come consigliere per i media, ben tre presidenti repubblicani, da Richard Nixon a Ronald Reagan, fino a George W.H. Bush.
Non solo. Ailes e O'Reilly sono state per vent'anni le stelle polari del nuovo conservatorismo populista. I due hanno promosso la costruzione e diffusione di quell'ondata populista che lo scorso novembre ha portato alla Casa Bianca Donald Trump. Il celebre conduttore della Fox ha dato voce a un nuovo blocco di elettori - tipicamente il bianco impoverito lasciato indietro dalle elite, vittima della globalizzazione, spaventato dall'immigrazione e dalla minaccia del terrorismo islamico - fornendo esempi, valori e parole d'ordine.
Le loro parole d'ordine e l'arrivo di Trump alla Casa Bianca
Un vero e proprio istigatore d'odio ante litteram, sottolinea la rivista Rolling Stone, ricordando il caso dell'omicidio di George Tiller, medico abortista ucciso con un colpo di pistola alla testa da Scott Roeder nel maggio 2009. Per anni O'Reilly aveva condotto una durissima campagna contro Tiller, citandolo ben 29 volte in quattro anni nel suo programma, chiamandolo "uccisore di bambini" e paragonando il suo operato a Mao, Hitler e Stalin.
I suoi principi, come la diffidenza verso la classe dirigente, la sfiducia nei confronti dei media mainstream, il rifiuto totale per la correttezza politica, la tendenza a incolpare i media faziosi e liberali per tutti i problemi del Paese, sono tutti aspetti che oggi si ritrovano nelle dichiarazioni (e nei tweet) presidenziali. Trump, sostiene la Cnn, è di fatto una loro 'creatura'.