Sale ancora la tensione sulla Corea del Nord alla vigilia delle celebrazioni che si terranno sabato 15 aprile a Pyongyang per il 105esimo anniversario della nascita del fondatore del Paese, Kim Il-Sung, dato come il momento più probabile per il sesto test nucleare del regime, per il quale tutto sarebbe pronto.
Il regime di Kim Jong-Un ha oggi alzato i toni, mentre Pechino ha lanciato l'allarme, tramite il ministero degli Esteri, Wang Yi, sul rischio di un conflitto nella penisola. La Corea del Nord è pronta a entrare in guerra, se gli Stati Unti la scateneranno. Con queste parole si è espresso ai microfoni dell'Associated Press il vice ministro degli Esteri nord-coreano, Han Song Ryol. "Non terremo le braccia incrociate di fronte a un attacco preventivo degli Stati Uniti", ha spiegato il vice ministro nord-coreano, che ha aperto a un possible nuovo test nucleare, dato da più parti come imminente e che verrà innescato "quando il quartiere generale lo riterrà opportuno".
"Trump cerca guai"
L'alto funzionario del regime di Kim Jong-Un ha poi criticato il residente degli Stati Uniti. "Trump fa sempre provocazioni con il suo linguaggio aggressivo. Non è la Repubblica Democratica Popolare di Corea, ma gli Stati Uniti e Trump che cercano guai", ha sottolineato il vice ministro di Pyongyang. "Faremo fronte a qualsiasi cosa arrivi dagli Stati Uniti. Siamo assolutamente preparati". I toni minacciosi della Corea del Nord seguono di poche ore la denuncia del regime di Kim Jong-Un nei confronti degli Stati Uniti, che avrebbero "enormi asset nucleari strategici, che minacciano seriamente la pace e la sicurezza della penisola e spingono la situazione sull'orlo della guerra", secondo una nota emessa dal ministero degli Esteri di Pyongyang.
Da un conflitto nella regione 'non ci saranno vincitori'
La gravità della situazione è stata sottolineata anche dal ministro degli Esteri cinese, nel corso di una conferenza stampa con il suo omologo francese, Jean-Marc Ayrault, giunto a Pechino in queste ore. Il conflitto in Corea del Nord può scoppiare "in qualsiasi momento", è stato l'allarme lanciato da Wang Yi, e da un conflitto nella regione, assicura il ministro cinese, "non ci saranno vincitori".
A contribuire all'innalzamento della tensione, nelle scorse ore, è intervenuta una notizia pubblicata dall'emittente Nbc, che cita agenti dell'intelligence statunitense secondo cui gli Stati Uniti sono pronti a lanciare un attacco preventivo contro la Corea del Nord con armi convenzionali, nel caso di un nuovo test nucleare da parte di Pyongyang. Anche se alcuni funzionari Usa hanno successivamente bollato la notizia come speculazioni di dubbio fondamento e il Pentagono ha rifiutato di commentare il rapporto, la tensione ha continuato a salire dopo gli ultimi richiami di Trump alla Corea del Nord.
Il messaggio dietro lo sgancio della 'Madre di tutte le bombe'
Giovedì scorso, il presidente degli Stati Uniti era tornato a parlare di un possibile intervento in Corea del Nord, ma aveva espresso anche "grande fiducia" nel presidente cinese, Xi Jinping, incontrato settimana scorsa nel vertice bilaterale di Mar-a-Lago, in Florida, e sentito per telefono mercoledì scorso sulle crisi nord-coreana e siriana. Anche nel caso in cui la Cina non fosse in grado di contenere la Corea del Nord, "gli Stati Uniti, con i loro alleati, lo faranno", aveva twittato Trump. Il presidente degli Stati Uniti ha poi messo in relazione lo sgancio della "madre di tutte le bombe" in Afghanistan a un possibile messaggio diretto alla Corea del Nord. "Non so se questo mandi un messaggio", ha spiegato ai giornalisti presenti alla Casa Bianca. "Non fa nessuna differenza se lo fa o no. La Corea del Nord è un problema. Il problema va affrontato".
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Dalla Casa Bianca, intanto, hanno fatto sapere che gli Stati Uniti si consulteranno con Seul sul programma missilistico e nucleare nord-coreano, in vista della visita nel Paese del vice presidente, Mike Pence, che domenica prossima passerà la Pasqua con i militari statunitensi stanziati al confine con la Corea del Nord. Un'azione militare in Corea del Nord, ha poi sottolineato il capo dell'opposizione in Corea del Sud e candidato alla presidenza, Moon Jae-In, "non può avvenire senza il consenso della Corea". Il Giappone, intanto, sta già preparando le precauzioni contro una possibile provocazione di Pyongyang: dopo le rivelazioni di ieri del primo ministro, Shinzo Abe, secondo cui il regime di Kim Jong-Un potrebbe decidere di usare il letale gas sarin per un attacco chimico, alcune fonti del governo di Tokyo hanno fatto sapere all'agenzia Kyodo di avere pronto dal febbraio scorso, dopo l'incontro tra Trump e Abe in Florida, un piano per mettere in sicurezza i cittadini giapponesi in Corea del Sud e per rispondere al possibile ingresso nel Paese di soldati nord-coreani travestiti da rifugiati.