Niente più pasti per i migranti per impedire la nascita di una nuova "giungla" a Calais. La proposta è del sindaco della cittadina francese famosa per il grande accampamento di fortuna allestito dai migranti; simbolo di un'emergenza che dura da più di 17 anni e smantellato qualche mese fa.
Distribuire cibo mette in pericolo la sicurezza
Il primo marzo il ministro dell'Interno francese, Bruno Le Roux, durante la sua visita a Calais aveva assicurato che "non ci saranno più nuovi accampamenti" ma non a costo di "impedire la distribuzione dei pasti". Non dello stesso avviso il sindaco della cittadina, Natacha Bouchart, che si è detta "personalmente contraria, anche se è difficile da dire a livello umano" a tutti i dispositivi umanitari, per la paura di rivivere le passate tensioni nel campo migranti. "Abbiamo sofferto troppo", ha spiegato. L'ordinanza del sindaco mira a interrompere la distribuzione dei pasti e la fornitura delle docce; pratiche che, sostiene, minacciano la sicurezza della zona. Vietati anche i ripetuti e prolungati assembramenti.
Le associzioni umanitarie insorgono
Le associazioni umanitarie, riporta il quotidiano francese La Voix du Nord, non erano a conoscenza delle intenzioni del sindaco. "Per due mesi, giorno e notte, è stato distribuito il cibo e continueremo a farlo per un semplice motivo: la gente ha fame", ha fatto sapere Gael Monzy, dell'associazione Utopia 56. Stessa risposta da Vincenzo de Coninck, di Secours Catholique - Caritas Francia: "Ci prenderemo le nostre responsabilità, sono stupito che un politico possa arrivare a vietare ai bambini di lavarsi e di magiare".
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I numeri della "giungla" di Calais
Il campo, conosciuto come la "giungla", copriva un'area di circa 10 ettari dove hanno vissuto stipati tra i 6.400 e gli 8.100 migranti originari dell'Afghanistan, del Sudan e dell'Eritrea. Chi viveva a Calais sperava di attraversare lo stretto di Dover e raggiungere così il Regno Unito, ma a ottobre 2016 il presidente francese, Francois Hollande, ha portato avanti le operazioni di smantellamento e la definitiva chiusura del campo.
Per sgomberare la "giungla" ci sono voluti 1.250 poliziotti e 145 pullman che hanno trasportato i migranti nei 450 centri d'accoglienza (7.500 posti) allestiti in varie zone della Francia.