Cosa succede a Mosul
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Cosa succede a Mosul

Cosa succede a Mosul

 (foto Afp)
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Da antica capitale degli assiri a 'cuore' iracheno del Califfato

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L'operazione per riconquistare Mosul, tappa per tappa

  • 17 ottobre: Viene lanciata la campagna 'Qadimun ya Nineweh', che in arabo significa, 'Stiamo arrivando, Ninive'. In campo, l'esercito iracheno, con l'appoggio dei miliziani curdi, milizie sciite e dell'aviazione straniera, soprattutto statunitense. Nelle fasi iniziali, viene dispiegato un contingente di circa 30.000 soldati (suddivisi tra forze speciali dell'esercito iracheno, peshmerga curdi, le forze al Quds iraniane, le milizie sciite, supportati dai raid aerei americani) contro circa 6mila miliziani dello Stato Islamico. L'accordo tra le forze prevede che sia solo l'esercito iracheno a entrare in città e non le milizie sciite, per evitare una resistenza o una mancata collaborazione da parte della popolazione sunnita
  • 19 novembre: Nonostante la forte resistenza dei miliziani dell'Isis, le forze dell'esercito iracheno avanzano e riprendono il controllo completo del sud di Mosul, liberando 10 mila famiglie. In un mese, le truppe di elite dell'anti-terrorismo riconquistano alcune zone nella parte est della città, ma tunnel, ostaggi usati come scudi umani e auto bomba, insieme a mine e cecchini, rendono molto difficile procedere. Le truppe irachene penetrano in città da est verso il centro di Mosul, i peshmerga e altre formazioni avanzavano a tenaglia da nord e da sud, mentre le milizie sciite si concentrano a sud ovest, tagliando il canale di rinforzi e rifornimento dei jihadisti con la Siria
  • 14 dicembre: Le forze irachene continuano ad avanzare. Sono oltre 950 i combattenti dell'Isis rimasti uccisi dall'inizio dell'operazione, per la maggior parte di nazionalità straniera. In base ai dati del ministero iracheno per l'Immigrazione, sono oltre 100mila i civili costretti a fuggire per sottrarsi ai combattimenti tra forze governative e milizie dello Stato Islamico. Mosul è accerchiata, i raid aerei fanno saltare in aria quattro dei cinque principali ponti cittadini e i miliziani si asserragliano nella parte ovest della città. A fine dicembre viene distrutto anche il Ponte vecchio, l'ultimo rimasto in piedi
  • 8 gennaio: I corpi d'elite iracheni raggiungono per la prima volta il Tigri, il fiume che divide in due la città. Nei giorni seguenti, le truppe riprendono il controllo della sede del governatorato della provincia di Ninive, il municipio e gli edifici che ospitano gli assessorati all'Agricoltura, alla Pianificazione Urbana e all'Edilizia Pubblica, più a est. Con una manovra a tenaglia le forze governative penetrano inoltre nel campus dell'università, riprendendone possesso
  • 18 gennaio: Dopo tre mesi di violenti combattimenti, le autorità annunciano la riconquista del controllo di Mosul est. Si calcola che siano circa 160.000 i civili evacuati, un migliaio quelli rimasti uccisi
  • 19 febbraio: Il premier iracheno Haider al-Abadi annuncia l'inizio dell'offensiva militare per riconquistare la parte occidentale di Mosul. "Le nostre forze hanno iniziato a liberare i cittadini dal terrore di Daesh", assicura Abadi, "stiamo arrivando, provincia di Nineveh, a liberare il lato occidentale di Mosul". Nel discorso, il premier cita anche il "rispetto dei diritti umani" che deve guidare le truppe nella battaglia. I militari e le forze di sicurezza puntano verso l'aeroporto, uno dei confini meridionali. Secondo fonti militari irachene, il piano prevede la conquista dello scalo per costringere i jihadisti a disperdere le forze concentrate sulla sponda destra del Tigri.

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