L'inviato speciale dell'Onu per la Libia, Martin Kobler, elogia la scelta dell'Italia di riaprire l'ambasciata a Tripoli ma la esorta a non dimenticare il resto del Paese: "Tripoli è la capitale ma è importante anche il resto". Lo ha detto a La Stampa, in una intervista in cui invita il governo e la diplomazia italiana a coinvolgere il generale Khalifa Haftar, l'uomo forte della Cirenaica, nel processo di stabilizzazione del Paese. "Ho elogiato questa decisione (la riapertura dell'ambasciata italiana a Tripoli; ndr) e sono stati tra i primi a congratularmi con il vostro ambasciatore", ricorda Kobler.
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"E' importante dimostrare, e l'Italia lo ha fatto, che questa iniziativa non riguarda solo Tripoli. Infatti due giorni fa il vostro ambasciatore è stato a Tobruk. Tripoli è la capitale, ma è importante anche il resto". Kobler plaude all'ipotesi di riaprire un consolato italiano nell'est della Libia: "Io sostengo ogni sforzo compiuto dall'Italia per promuovere lo sviluppo economico e politico in tutto il Paese". Per il diplomatico Onu, "il punto più importante è la formazione di un esercito unito e il ruolo del generale Haftar: i libici devono sedersi al tavolo determinarlo. Lui ha fatto un lavoro molto buono (e l'ho detto in Consiglio di Sicurezza) nella lotta contro l'Isis a Bengasi così come lo hanno fatto le forze di Misurata a Est. Lo applaudo per questo. Ora è molto importante che il Paese crei insieme una struttura unita per la sicurezza, perché è la base dello sviluppo economico. La sicurezza deve prevalere. Con un esercito e una polizia forte in tutto il Paese, i diplomatici stranieri, come gli italiani, possono muoversi e operare per sostenere anche l'Est e il Sud della Libia".
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